Vescovi del Giappone: il Paese riconosca le colpe per la guerra in Corea
In vista delle tradizionali celebrazioni commemorative dei bombardamenti atomici su
Hiroshima e Nagasaki, il prossimo agosto, mons. Leo Jun Ikenaga, presidente della
Conferenza episcopale giapponese, invita i connazionali a riflettere con onestà su
tutte le colpe del passato coloniale del Giappone. La ricorrenza, infatti, coincide
quest’anno con il primo centenario dell’occupazione giapponese della Corea nel 1910.
A un secolo esatto da quell’evento “è essenziale rivedere tutta la storia del colonialismo
giapponese, comprese le responsabilità della Chiesa cattolica in Giappone e chiedersi
cosa è successo e il male che ha arrecato agli altri”, scrive il vescovo di Osaka
in un messaggio che riprende l’ ”Appello per la pace” pubblicato dai vescovi nipponici
nel 2005 per il 60° anniversario della fine della Seconda Guerra Mondiale. “Riconoscere
con coraggio i nostri peccati dinnanzi a Dio e cercare il Suo perdono – sottolinea
il testo ripreso dall’agenzia Ucan - non è un atto di auto-umiliazione, ma piuttosto
un modo per diventare autenticamente umani come ci richiede Cristo”. Mons. Ikenaga
elogia quindi le numerose iniziative promosse in questi ultimi tempi per il disarmo
nucleare: “Quest’anno – scrive - le voci che chiedono la pace in Giappone e nel mondo
sono diventate un urlo”. Egli ricorda in particolare il recente pellegrinaggio della
pace promosso dall’arcivescovo di Nagasaki Joseph Mitsuaki Takami della “Madonna
bombardata”, l’ormai famosa statua danneggiata all’interno della cattedrale di Urakami
durante il bombardamento del 9 agosto del 1945. Il messaggio conclude quindi con un
invito a guardare al futuro: “Abbiamo tutti una responsabilità per il futuro e il
nostro primo dovere è di ascoltare il grido delle vittime”. (L.Z.)