Sudafrica: dopo i Mondiali di calcio la strada per i diritti torna ad essere in salita
“Vogliamo il Sudafrica che abbiamo visto dall’11 giugno all’11 luglio”, è l’auspicio
espresso da Zwelinzima Vavi il segretario generale di Cosatu, la Confederazione dei
sindacati sudafricani. Gran parte dell’opinione pubblica internazionale ha considerato
il torneo come un successo sia psicologico che d’immagine. Un momento importante per
l’Africa intera, un continente improvvisamente innamorato del pallone che non aveva
mai ospitato la Coppa del mondo. Adesso però le serate di goal e “vuvuzelas”, la trombetta
rumorosa, simbolo indiscusso del Campionato, rappresentano già il passato. Le istanze
avanzate a pochi giorni dalla fine del mondiale dalla Confederazione dei sindacati
sono state sottoscritte anche da Sbu Zikode, presidente di “Abahlali baseMjondolo”,
un movimento che si batte per il diritto alla casa e alla dignità dei sudafricani
delle baraccopoli, che parlando alla Misna ha sottolineato che “i Mondiali sono stati
un fatto positivo ma ora bisogna guardare avanti e lottare per i diritti sociali”.
Nelle settimane del torneo sono stati tenuti “standard molto alti – spiega Zikode
- ma ora i sudafricani non si aspettano nulla di meno”. Il riferimento è ai nuovi
snodi autostradali, alle linee veloci del trasporto pubblico o alle possibilità di
impiego garantite nei cantieri delle 10 città “mondiali.” “Bisogna rimboccarsi le
maniche – continua Zikode – sperando che il governo si impegni davvero per i poveri”.
I problemi da affrontare sono complessi, dal lavoro alla casa, tanto che per risolverli
non sono bastati 16 anni di democrazia e società “arcobaleno”. Il presidente di “Abahlali
baseMjondolo” pensa anche agli sfrattati di Hillary, sobborgo povero di Durban, o
agli accampati di Blikkiesdorp, in lingua afrikaans “la città di latta”: 1500 tetti
di lamiera sorti dal nulla fuori Città del Capo, dove in una stanza vivono anche in
otto. Ieri un portavoce del governo ha sostenuto che i Mondiali hanno portato un milione
e 400.000 turisti e 93 miliardi di rand, oltre nove miliardi di euro. “Una buona notizia
– commenta infine Zikode - il Sudafrica aspetta”. (E.C)