Per Tarek Aziz consegnato alle autorità irachene, mons. Warduni invoca "misericordia
e giustizia”
Un appello ai giudici iracheni affinché operino con giustizia e misericordia è stato
lanciato dal vicario patriarcale di Baghdad, mons. Shlemon Warduni, dopo la consegna,
da parte delle forze americane, del numero due di Saddam Hussein, Tarek Aziz, alle
autorità irachene. Le parole del vescovo - riprese dal Sir - seguono quelle dell’avvocato
di Aziz, Badie Aref, secondo il quale la vita del suo assistito “ora corre un grave
pericolo. Egli teme che possa venire ucciso o che gli siano vietate le necessarie
cure mediche”. Aziz, di fede cristiana, si consegnò agli Usa nel 2003, subito dopo
la deposizione di Saddam Hussein. Processato per il coinvolgimento con il regime,
è stato condannato dal tribunale speciale iracheno a sette anni di prigione. “La giustizia
deve fare il suo corso ma senza dimenticare la misericordia – aggiunge il presule
caldeo – va, infatti, tenuta presente la condizione particolare in cui si era costretti
ad agire sotto il passato regime, quando non era concesso dissentire o esprimere pareri
diversi. Personalmente credo che non avrebbe voluto la guerra. Era molto rispettato
dai governi di quel tempo”. Nel 2003 Aziz fu ricevuto da Giovanni Paolo II che si
adoperò a lungo per scongiurare la guerra. (M.G.)