2010-07-15 15:09:08

Lo sport in Sudafrica ieri e oggi: un canale di dialogo, uno strumento di emancipazione, un veicolo di riconciliazione per tutti i popoli del mondo


Afrofonia, 14 luglio 2010
Trasmissione settimanale della Radio Vaticana interamente dedicata all'Africa, in onda tutti i mercoledì alle ore 16.32 sul canale FM 105 e via internet sul canale 5.
I Campionati mondiali di calcio in Sudafrica non sono stati solo un evento sportivo. Secondo molti osservatori sono stati una celebrazione dell’unità di un Paese, il simbolo dell’integrazione di popoli diversi e della centralità di un continente, che non è mai stato in primo piano.
I Sudafricani di tutte le razze e categorie sociali hanno festeggiato la loro ricerca della piena riconciliazione prima di tutto tra loro e, in secondo luogo, con quel mondo dello sport che aveva bandito il loro paese dalle manifestazioni sportive, quando in Sudafrica - a livello istituzionale - dominavano ideologie contrarie ai diritti umani che promuovevano il regime iniquo dell’Apartheid.
Il grande protagonista di questo mondiale è stato un uomo liberato dal carcere venti anni fa, dopo aver scontato 27 anni di reclusione forzata per aver detto "no!" a ogni forma di discriminazione umana.
Il regime segregazionista utilizzò proprio lo sport per muovere i primi passi di apertura. In occasione delle manifestazioni sportive, infatti, è stato avviato quel dialogo con i membri del movimento di lotta contro l’Apartheid, l’African National Congress, che consentì poi la liberazione di Mandela e degli altri prigionieri.
Abbiamo domandato alla collega Linda Boldoni, sudafricana di nascita della redazione inglese della Radio Vaticana, "come ha vissuto questi mondiali". Ascoltiamo: RealAudioMP3
In un'intervista, dal taglio questa volta più calcistico, John Baptist Tumusime - del programma inglese Africa - ha invece chiesto al collega della redazione amarico/tigrino Teclezghi Gebre Eyesus "come le squadre africane si sono comportate durante il mondiale". Ascoltiamo: RealAudioMP3







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