Afghanistan: la condizione delle donne raccontata in rete dalle giovani giornaliste
di Herat
Giovani giornaliste afgane che attraverso reportage poi messi in rete, documentano
la condizione della donna nel loro Paese, per sensibilizzare la popolazione locale
e l’opinione pubblica internazionale: è quanto realizzato dall’iniziativa sostenuta
dall’Università Cattolica del Sacro Cuore, grazie al contributo della Fondazione Fondiaria
Sai, in collaborazione con l’Università di Herat, di cui dà notizia un comunicato
stampa dell’ateneo. Il corso intensivo di reportage giornalistico, terminato lo scorso
giugno, ha visto la partecipazione di 25 studenti, di cui 15 donne, del dipartimento
di giornalismo che hanno ricevuto una macchina digitale e due computer dotati di software
per l’elaborazione di immagini e video. Il progetto si inserisce nel percorso di collaborazione
che l’Università Cattolica del Sacro Cuore ha avviato con la Herat University per
migliorare la condizione della donna in Afghanistan con particolare attenzione alle
attività nell’ambito della comunicazione e dei media. L’ateneo cattolico è infatti
presente da un anno in Afghanistan con diverse attività promosse dal Cesi (Centro
di Ateneo per la solidarietà internazionale), avviate con la collaborazione di istituzioni
quali, tra le altre, Regione Lombardia e Ministero degli Affari esteri. L’ultimo progetto
realizzato è – appunto – il corso di giornalismo e reportage ad Herat, rivolto prevalentemente
alle donne afghane con l’obiettivo di raccontare il Paese dal punto di vista femminile.
I primi materiali prodotti dai giovani giornalisti hanno dato presto vita a un web
magazine intitolato Women to be, da oggi on line, “in cui le donne afghane
raccontano le donne afghane, affacciandosi sul mondo globale per affermare la dignità
e la speranza di un Paese insieme alla volontà determinata delle sue cittadine di
essere protagoniste riconosciute di un importante processo di rinascita”. Il web magazine
www.womentobe.com, ideato e fortemente voluto dal presidente della Fondazione
Fondiaria Sai, Giulia Ligresti, ospiterà i reportage realizzati ad Herat. Il progetto
prevede un anno di pubblicazioni assistite per poi affidare il magazine alle giornaliste
afghane. Inoltre è allo studio la realizzazione di un corso di formazione dell’Università
Cattolica, per alcune giornaliste selezionate, con stage presso alcuni media italiani
per fine 2010. (M.G.)