2010-07-15 14:36:52

Afghanistan: la condizione delle donne raccontata in rete dalle giovani giornaliste di Herat


Giovani giornaliste afgane che attraverso reportage poi messi in rete, documentano la condizione della donna nel loro Paese, per sensibilizzare la popolazione locale e l’opinione pubblica internazionale: è quanto realizzato dall’iniziativa sostenuta dall’Università Cattolica del Sacro Cuore, grazie al contributo della Fondazione Fondiaria Sai, in collaborazione con l’Università di Herat, di cui dà notizia un comunicato stampa dell’ateneo. Il corso intensivo di reportage giornalistico, terminato lo scorso giugno, ha visto la partecipazione di 25 studenti, di cui 15 donne, del dipartimento di giornalismo che hanno ricevuto una macchina digitale e due computer dotati di software per l’elaborazione di immagini e video. Il progetto si inserisce nel percorso di collaborazione che l’Università Cattolica del Sacro Cuore ha avviato con la Herat University per migliorare la condizione della donna in Afghanistan con particolare attenzione alle attività nell’ambito della comunicazione e dei media. L’ateneo cattolico è infatti presente da un anno in Afghanistan con diverse attività promosse dal Cesi (Centro di Ateneo per la solidarietà internazionale), avviate con la collaborazione di istituzioni quali, tra le altre, Regione Lombardia e Ministero degli Affari esteri. L’ultimo progetto realizzato è – appunto – il corso di giornalismo e reportage ad Herat, rivolto prevalentemente alle donne afghane con l’obiettivo di raccontare il Paese dal punto di vista femminile. I primi materiali prodotti dai giovani giornalisti hanno dato presto vita a un web magazine intitolato Women to be, da oggi on line, “in cui le donne afghane raccontano le donne afghane, affacciandosi sul mondo globale per affermare la dignità e la speranza di un Paese insieme alla volontà determinata delle sue cittadine di essere protagoniste riconosciute di un importante processo di rinascita”. Il web magazine www.womentobe.com, ideato e fortemente voluto dal presidente della Fondazione Fondiaria Sai, Giulia Ligresti, ospiterà i reportage realizzati ad Herat. Il progetto prevede un anno di pubblicazioni assistite per poi affidare il magazine alle giornaliste afghane. Inoltre è allo studio la realizzazione di un corso di formazione dell’Università Cattolica, per alcune giornaliste selezionate, con stage presso alcuni media italiani per fine 2010. (M.G.)







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