Il Vangelo rivelato ai piccoli nel magistero del Papa
Il Vangelo di oggi ci riferisce dell’esultanza di Gesù che dà lode al Padre perché
ha nascosto i segreti del regno ai sapienti e ai dotti e le ha rivelate ai piccoli.
Il Papa nel suo magistero ha sottolineato più volte la differenza tra la sapienza
di questo mondo e la sapienza di Dio. Ce ne parla in questo servizio Sergio Centofanti: Gesù esulta
perché sono i piccoli della Terra ad accogliere le verità divine: “La sapienza di
questo mondo – afferma il Papa – è un modo di vivere e di vedere le cose prescindendo
da Dio e seguendo le opinioni dominanti, secondo i criteri del successo e del potere.
La sapienza divina consiste nel seguire la mente di Cristo – è Cristo che ci apre
gli occhi del cuore per seguire la strada della verità e dell’amore”. Non si tratta
perciò di un "atteggiamento anti-intellettuale" né di “sottovalutare l’impegno umano
necessario per la conoscenza”: "Non è la conoscenza in sé che può far
male, ma la presunzione, il 'vantarsi' di ciò che si è arrivati – o si presume di
essere arrivati – a conoscere. E proprio da qui derivano le fazioni e le discordie
nella Chiesa e, analogamente, nella società". (Discorso agli Atenei Pontifici, 30
ottobre 2008)
Dio non si rivela “ai sottili ragionatori di questo
mondo”, ma ai piccoli, a quanti sono disponibili a lasciarsi sorprendere dalla novità
dell’agire divino: “È questo che a Dio interessa. Dio ama tutti perché
tutti sono creature sue. Ma alcune persone hanno chiuso la loro anima; il suo amore
non trova presso di loro nessun accesso. Essi credono di non aver bisogno di Dio;
non lo vogliono. Altri che forse moralmente sono ugualmente miseri e peccatori, almeno
soffrono di questo. Essi attendono Dio. Sanno di aver bisogno della sua bontà, anche
se non ne hanno un’idea precisa. Nel loro animo aperto all’attesa la luce di Dio può
entrare, e con essa la sua pace”. (Messa della Notte di Natale, 24 dicembre 2005)
La
sapienza di Dio – afferma il Papa – si rivela nel mistero della Croce, che per i Giudei
è scandalo, per i greci è stoltezza: “Lo ‘scandalo’ e la ‘stoltezza’
della Croce stanno proprio nel fatto che laddove sembra esserci solo fallimento, dolore,
sconfitta, proprio lì c'è tutta la potenza dell'Amore sconfinato di Dio, perché la
Croce è espressione di amore e l’amore è la vera potenza che si rivela proprio in
questa apparente debolezza”. (Udienza generale, 29 ottobre 2008)
Solo
i piccoli comprendono che nella storia ha vinto la Croce e non la saggezza che si
oppone alla Croce. I piccoli vanno oltre la superficie delle cose, vedono con gli
occhi della fede l’opera di Dio nella storia: come Maria che nel Magnificat riconosce
la grandezza di Dio: "Per questo è Beata, perché ha creduto: per la
fede, infatti, ha accolto la Parola del Signore e ha concepito il Verbo incarnato.
La sua fede Le ha fatto vedere che i troni dei potenti di questo mondo sono tutti
provvisori, mentre il trono di Dio è l’unica roccia che non muta e non cade. E il
suo Magnificat, a distanza di secoli e millenni, resta la più vera e profonda interpretazione
della storia, mentre le letture fatte da tanti sapienti di questo mondo sono state
smentite dai fatti nel corso dei secoli". (Conclusione del mese mariano, 31 maggio
2008)