Confcooperative: capaci nella crisi di creare nuovi posti di lavoro
Nel culmine della crisi le cooperative hanno continuato a creare posti di lavoro.
Lo scorso anno, infatti, l’occupazione è crescita del 2%. La vitalità di questo settore
è stata sottolineata dal presidente di Confcooperative Luigi Marino nell’assemblea
nazionale stamani a Roma. Per il ministro dell’Economia Giulio Tremonti bisogna continuare
sul cammino dell’austerità. Il segretario generale della Cei, monsignor Mariano Crociata,
ha rimarcato come “il movimento cooperativo rappresenti un patrimonio indiscutibile
per l’Italia”. Alessandro Guarasci: Oltre tre milioni
di soci, 20.300 imprese, 517 mila occupati che hanno come punto di riferimento la
mutualità e la dottrina sociale della Chiesa. E’ il ritratto della galassia Confcooperative.
Lo stesso ministro dell’Economia Giulio Tremonti ha riconosciuto
che, in quadro di austerità dettata dalla crisi, queste aziende hanno un valore sociale
elevatissimo. “Ha senso la competizione, ma ha ugualmente senso anche la
cooperazione, questa tra le persone, questa nelle organizzazioni come voi rappresentate.
Quindi, finché ci sono le cooperative, le società sono vive”. Per il segretario
generale della Cei, mons. Mariano Crociata, il ruolo essenziale
delle cooperative è stato valido in passato, soprattutto nel periodo tra le due guerre
mondiali, e lo è ancor più oggi: “Anche in questi ultimi due anni, il sistema
cooperativistico ha tenuto più di altri, ha magari sacrificato gli utili pur di non
perdere posti di lavoro e in molti casi è arrivato addirittura a crearne di nuovi.
Tutto ciò giustifica l’ampio riconoscimento per il ruolo alternativo e per i valori
espressi dalla cooperazione. Oggi è più facile trovare, anche in ambienti tradizionalmente
lontani dal vostro, una sintonia con le parole di Benedetto XVI”. Il presidente
della Confcooperative Luigi Marino è convinto che chi propone
politiche di spesa pubblica in disavanzo si illude di lavorare per i poveri. In realtà
lavora per gli speculatori: “In questa ottica valutiamo una medicina necessaria,
anche se amara, la manovra all’esame del Parlamento. Il problema è conciliare, in
un equilibrio difficile, l’azione terapeutica con l’impulso alla crescita. Noi dobbiamo
vivacizzare lo sviluppo, senza il confortante rimedio della spesa pubblica”. Marino
ha messo in luce come le cooperative vogliano essere artefici di sviluppo. Un impegno
che viene dal legame con la dottrina sociale della Chiesa.