Cinque morti, di cui tre poliziotti, e oltre 10 feriti: è il bilancio non ancora ufficiale
del duplice attacco sferrato stamani nel sud dello Yemen contro le sedi dei Servizi
di sicurezza governativi. Il servizio di Fausta Speranza:
Un attacco
coordinato che le autorità hanno già attribuito alla rete di al Qaeda. A Zinjibar,
capoluogo costiero della provincia meridionale di Abyan. Una ventina di uomini armati,
incappucciati e a bordo di moto, hanno preso d'assalto la sede locale della Sicurezza
generale e quella della Sicurezza politica, due delle quattro agenzie di controllo
del regime yemenita filoccidentale. Oltre ai tre poliziotti, due miliziani sarebbero
rimasti a terra senza vita. Gli altri sono riusciti a fuggire in direzione di un villaggio
a una quindicina di km dalla città considerata una roccaforte della ribellione jihadista
nel sud del Paese. Secondo recenti rapporti dell'intelligence americana, al
Qaeda ha in Yemen due importanti roccaforti: una a ovest del Paese e l’altra proprio
nella provincia meridionale di Abyan, tormentata anche dalla lotta dei separatisti
del sud. Domenica scorsa, il braccio yemenita di al Qaeda aveva rivendicato il sanguinoso
assalto, compiuto a giugno contro gli uffici della Sicurezza politica nel porto di
Aden, nel quale erano rimaste uccise 11 persone. Dalle scuole di addestramento di
Al Qaeda nello Yemen proveniva inoltre il terrorista che nel dicembre scorso aveva
tentato di farsi saltare in aria nel volo di linea Delta Airlines diretto a Detroit,
negli Stati Uniti.
Emergenza in Congo: 70 mila sfollati
L'Ufficio
di coordinamento delle questioni umanitarie dell'Onu (Ocha) a Ginevra ha denunciato
oggi che altre 70 mila persone in Congo (Rdc, ex Zaire) sono state recentemente costrette
ad abbandonare la regione del Nord Kivu a causa di nuovi e continui combattimenti,
violenze, saccheggi e stupri. "Abbandonano le loro case - ha riferito l'Ufficio Onu
- in seguito alle ultime operazioni militari compiute dall'esercito governativo assieme
alle forze armate ugandesi contro i ribelli dell'Esercito nazionale di liberazione
dell'Uganda". Gli sfollati sono in gran parte donne, bambini e uomini anziani. È difficilissimo
portare loro anche i più elementari soccorsi, in quanto i convogli delle organizzazioni
umanitarie vengono continuamente attaccati da bande armate.
Attacco dei
talebani a Kandahar e attentato a Helmand: 12 morti
Almeno nove civili,
fra cui tre bambini, sono morti nella provincia meridionale afghana di Helmand quando
il veicolo su cui viaggiavano è saltato su un rudimentale ordigno esplosivo (ied).
Inoltre, cinque militari della Forza internazionale di assistenza alla sicurezza (Isaf)
sono morti oggi in due diversi episodi nell'Afghanistan meridionale. Sono 12 i militari
stranieri morti fra ieri e oggi in Afghanistan meridionale e orientale.
Almeno
100 militanti estremisti uccisi nel nord ovest del Pakistan
Almeno 100
militanti estremisti islamici sono stati uccisi in attacchi e bombardamenti nella
regione tribale di Orakzai, nel nordest del Pakistan. Lo riferisce oggi il Daily Times
che cita come fonte alcuni funzionari della sicurezza. Da alcuni giorni, l'aviazione
pakistana ha intensificato i bombardamenti contro le basi talebane in diverse parti
della regione appartenente ai Territori tribali in amministrazione federale (Fata),
confinanti con l'Afghanistan. Diversi covi degli estremisti sono stati distrutti,
ma rimangono ancora alcune ''sacche di resistenza'', come ha ammesso il portavoce
dell'esercito, il generale Athar Abbas. Lo scorso mese, l'esercito aveva dichiarato
di aver ripreso il controllo della Orakzai Agency. Secondo fonti militari, nell'area
avrebbero trovato rifugio molti militanti fuggiti dal sud del Waziristan, in seguito
alla massiccia offensiva lanciata lo scorso anno.
Tareq Aziz consegnato
alle autorità irachene
L'anziano e malato ex premier iracheno, il 74.enne
Tareq Aziz, è stato liberato dalle forze militari americane e consegnato alle autorità
di Baghdad. Lo ha riferito oggi all'Ansa l'avvocato dello stesso Aziz, Badia Aref,
che al contempo teme che il suo assistito non possa più ricevere la necessaria assistenza
medica e che rischi addirittura di esser ucciso. "La vita di Aziz è in grave pericolo.
Lui teme che le autorità irachene lo possano uccidere o possano vietargli di ricevere
assistenza medica'', ha detto l'avvocato interpellato ad Amman, dove vive gran parte
della famiglia dell'ex premier, che lo scorso gennaio era stato colpito da una grave
crisi cardiaca.
Rapito dagli Usa: lo conferma lo scienziato nucleare iraniano,
Shahram Amiri
Lo scienziato nucleare iraniano, Shahram Amiri, ha ribadito
oggi in un'intervista di essere stato rapito oltre un anno fa in Arabia Saudita e
portato contro la sua volontà negli Stati Uniti, aggiungendo che il sequestro è avvenuto
a Medina ad opera di “tre persone, tra cui una donna, che parlavano persiano”. In
uno spezzone dell'intervista, realizzata apparentemente nella sezione d'interessi
iraniana a Washington prima della partenza dello scienziato per Teheran, Amiri afferma
che i tre sconosciuti gli si sono avvicinati in auto, mentre lui era a piedi, e gli
hanno offerto un passaggio. “Mi sembravano normali pellegrini - ha detto ancora -
ma quando sono salito in auto mi hanno tenuto sotto controllo con la minaccia di un'arma
e mi hanno fatto un'iniezione che mi ha fatto perdere conoscenza”. Amiri aggiunge
di essersi risvegliato solo sull'aereo che lo portava negli Usa. Lo scienziato iraniano
afferma che i Servizi segreti di Israele hanno proposto a Washington di consegnarlo
a loro, dicendo che avrebbero potuto “farlo parlare con la forza” e “spargere notizie
false sotto suo nome”, ma non spiega come sia venuto a conoscenza di tutto ciò.
In
Libano, condanna a morte per una spia che avrebbe favorito Israele
A quattro
anni dallo scoppio della guerra tra Israele e il movimento sciita libanese Hezbollah,
è stata condannata alla pena di morte una spia libanese cher lavorava per Israele,
il quale avrebbe sfruttato le informazioni ottenute durante i bombardamenti del conflitto
del 2006. Il tribunale militare di Beirut ha condannato ieri alla pena capitale Ali
Mantash, macellaio arrestato nel 2009, perchè riconosciuto colpevole di “collaborazionismo
col nemico” e di avergli fornito “informazioni sensibili sugli obiettivi militari
e civili”. Si tratta della seconda condanna a morte decisa dalle autorità giudiziarie
libanesi nei confronti di spie in favore di Israele. La prima risale al febbraio scorso,
quando il Tribunale militare di Beirut aveva riconosciuto colpevole l'ex ufficiale
di polizia, Mahmud Rafeh. Nonostante la condanna a morte sia in vigore in Libano,
non viene eseguita da molti anni.
Primo via libera in Francia al bando del
velo integrale islamico
Via libera dell'Assemblea nazionale al progetto
di legge per mettere al bando il velo integrale islamico su tutto il territorio della
Francia, incluse strade e piazze, nonostante il parere negativo del Consiglio di Stato
e il disagio espresso dalle comunità musulmane. Il testo, fortemente voluto dal presidente,
Nicolas Sarkozy, è stato approvato ieri in prima lettura dalla schiacciante maggioranza
dei deputati, con 355 favorevoli e uno solo contrario. Ora, sullo stesso testo si
pronuncerà il Senato a settembre. Il voto odierno traduce in progetto di legge i contenuti
di una risoluzione solenne del parlamento francese (non giuridicamente vincolante)
votata in maggio, secondo la quale “le pratiche radicali che oltraggiano la dignità
e l'eguaglianza tra persone, tra cui il velo integrale, sono contrarie ai valori della
Repubblica”. Chi viola la legge incorrerà in una multa di 150 euro e/o in un corso
di educazione civica. Sanzioni che entreranno vigore solo dopo sei mesi dalla promulgazione
della norma, dopo un periodo “pedagogico”. Colui che obbliga una donna a coprirsi
integralmente rischia invece un anno di carcere e una multa da 30 mila euro. Pene
raddoppiate se la donna è minorenne. Dopo il Belgio, la Francia - che conta la prima
comunità musulmana d'Europa (tra i 5 e i 6 milioni di persone, di cui solo 2.000 donne
indossano il burqa o il niqab) - si appresta a diventare il secondo Paese del Vecchio
continente a censurare il velo integrale nell'insieme del suo territorio.
Storica
stretta di mano tra i presidenti di Italia, Slovenia e Croazia
Storica
stretta di mano, ieri a Trieste, fra i Presidenti di Italia, Slovenia e Croazia. Giorgio
Napolitano, Danilo Turk e Ivo Josipovic si sono incontrati nella Prefettura del capoluogo
giuliano, si sono stretti le mani e le hanno alzate poi in alto tutti insieme davanti
ai fotografi. Subito dopo si sono ritirati per colloqui e poi si sono recati insieme
all'ex Hotel Balkan, sede del "Narodni dom", la Casa del popolo, incendiata dai fascisti
proprio il 13 luglio di 90 anni fa, e al Monumento all'esodo, eretto nel 2004 in piazza
Libertà, di fronte alla stazione ferroviaria, “in ricordo dei 350 mila esuli italiani
dall'Istria, da Fiume e dalla Dalmazia”. In serata, nella storica piazza dell'Unità
d'Italia, la più grande d'Europa affacciata sul mare, i tre presidenti hanno assistito
al concerto di Riccardo Muti “Le vie dell'amicizia”. Il capo di Stato italiano ha
sottolineato che con questi gesti, “che parlano da soli”, sono stati superati malintesi
che andavano superati. Nel passato ci sono difficili momenti storici tra i tre Paesi
ma oggi – ha ricordato Napolitano – l’Italia e la Slovenia fanno parte dell’UE e la
Croazia è candidata a diventare Paese membro.
Diecimila persone evacuate
nel sud della Cina per il maltempo
Più di diecimila persone sono state
evacuate dalla provincia del Jiangxi, nella Cina meridionale, a causa delle inondazioni
provocate dalle violente piogge degli ultimi giorni. Lo afferma l'agenzia Nuova Cina.
Nella regione, tre laghi artificiali minacciano di straripare. Ieri, frane provocate
dalle piogge hanno causato la morte di 17 persone nelle vicine province dello Yunnan
e del Sichuan. L'ondata di maltempo che ha investito la Cina meridionale ha già portyato
alla morte 43 persone nelle ultime due settimane. Per i prossimi giorni, i meteorologi
prevedono un perdurare delle piogge torrenziali, mentre giovedì o venerdì prossimi
dovrebbe arrivare sulla Cina meridionale il tifone Conson, che sta viaggiando verso
le coste cinesi ad una velocità di 119 chilometri all'ora, secondo l'Ufficio meteorologico
del Guangdong.
La stampa in Corea del Nord annuncia “eventi di portata storica”
per i prossimi mesi
La riunione in programma a settembre dell'Ufficio politico
del Partito dei lavoratori nordcoreano, la prima in 44 anni, sarà un evento di portata
“storica”. È quanto proclama il quotidiano Rodong Sinmun, l'organo di stampa ufficiale
del Partito dei lavoratori di Pyongyang, che in un editoriale citato oggi dall'agenzia
sudcoreana Yonhap chiama i nuovi delegati del partito a “seguire” il 'caro leader'
Kim Jong-il, elogiando al tempo stesso i funzionari “morti fedeli al fondatore”. L'editoriale
del Rodong Sinmun è l'ultimo di una serie di riferimenti indiretti da parte della
stampa di regime a imminenti e importanti cambiamenti nel Paese comunista, tutti indizi
che vanno a rafforzare l'ipotesi di prossima investitura ufficiale alla successione
per Kim Jong-un, terzogenito di Kim Jong-il. Secondo gli osservatori, la riunione
dell'Ufficio politico servirà per completare un rimpasto finalizzato a organizzare
e consolidare la posizione di Kim Jong-un nel ruolo di erede designato, oltre a costituire
l'occasione per commemorare i 65 anni della fondazione del partito. (Panoramica
internazionale a cura di Fausta Speranza)
Bollettino del Radiogiornale
della Radio Vaticana Anno LIV no. 195
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