Rapporto Cnel sull'immigrazione in Italia: l'integrazione cresce nei piccoli centri
Quali sono le regioni italiane dove gli immigrati si inseriscono meglio? Lo rileva
il VII Rapporto Cnel sugli indici di integrazione degli immigrati, presentato oggi
a Roma, che fa un’analisi del dato sia occupazionale che sociale. Francesca Sabatinelli: E’ l’Emilia
Romagna la regione italiana ad offrire agli immigrati il migliore inserimento sociale.
Nello specifico Parma, il che conferma l’analisi del Rapporto Cnel: l’integrazione
riesce meglio nei piccoli centri. Il maggiore inserimento occupazionale lo garantisce
la Lombardia, seguita da Toscana, Lazio e Friuli Venezia Giulia. In Sicilia è dove
si riduce la differenza tra immigrati e autoctoni, mentre la comunità straniera meglio
inserita a livello lavorativo è quella degli indiani. Il Cnel sottolinea poi come
sia falso affermare che l’aumento degli immigrati sia da tradurre in un aumento di
criminalità. Il messaggio del VII Rapporto manda è chiaro: l’unica politica dell’immigrazione
è quella dell’integrazione, che in Italia va sicuramente esercitata di più. Antonio
Marzano, presidente del Cnel:
R. – L’Italia ha molto da fare.
Si è fatto però molto: in questi anni i progressi sono stati fatti. Tra l’altro, i
ricongiungimenti familiari sono molto alti, in Italia, anche rispetto ad altri Paesi.
Cioè, c’è stata una politica migratoria che non ha scoraggiato i ricongiungimenti,
e questo significa immigrazione stabile. L’immigrazione di passaggio non si associa
al ricongiungimento familiare.
D. – Si sta parlando moltissimo della
questione cittadinanza. Voi l’avete in qualche modo analizzato, questo aspetto? L’importanza
– ad esempio – della cittadinanza ai bambini che nascono qui …
R. –
Noi siamo favorevoli, naturalmente. In linea di massima, salve le regolamentazioni,
le leggi che devono in qualche modo ovviamente normare in materia. Quello che però
fa il Cnel è analizzare; le scelte politiche spettano al parlamento e al governo.
Il ruolo del Cnel è questo: noi consigliamo e ammoniamo. Consigliamo dicendo le cose
come emergono dalla realtà, dall’analisi della realtà. E ammoniamo quando abbiamo
il sospetto che il governo e il parlamento non si accorgano che le cose stanno cambiando.
Il Cnel, forse a differenza della classe politica – ma mi riferisco in generale a
tutta la classe politica – guarda il lungo periodo, mentre i politici sono più portati
al breve. Il problema dell’immigrazione dev’essere visto nel suo cuore; la politica
dell’immigrazione – per il Cnel – è la politica della integrazione.