L’Iran è vicino a possedere i mezzi necessari per creare armi atomiche. Ad affermarlo,
ieri, il presidente russo Dmitri Medvedev con una dichiarazione che conferma, di fatto,
l'inasprimento della posizione del Cremlino, fino a qualche mese fa considerato uno
tra i migliori alleati di Teheran. Allo stesso modo il Cremlino ha sottolineato l’importanza
di più forti legami politici e economici con Stati Uniti e Ue. Su questa nuova strategia
adottata dal Cremlino, Stefano Leszczynski ha sentito Fabrizio Dragosei,
corrispondente da Mosca per il Corriere della Sera: R. – C’è sicuramente
un cambiamento profondo di relazioni, soprattutto tra il Cremlino e la Casa Bianca,
e questo, come sappiamo, è iniziato con l’avvicendamento a Washington, quando Barack
Obama ha preso il posto di George W. Bush. Un ultimo elemento che potrebbe sembrare
minore, ma alla fine poi non lo è tanto, è stata la visita, ad esempio, di Medvedev
a Silicon Valley: altro elemento che spinge la dirigenza russa, soprattutto Medvedev,
a capire che senza una collaborazione con il mondo occidentale la Russia è condannata
a rimanere nel passato, è condannata ad un’esistenza assieme a Paesi come l’Iran,
la Corea del Nord, Paesi legati a storie passate, morte e sepolte.
D.
– Insomma la Russia cerca di svincolarsi da un ruolo di secondo piano nella politica
internazionale. A questo punto l’Iran si ritrova isolato e anche costretto, forse,
a tornare sui propri passi...
R. – L’Iran è sicuramente molto più isolato
di qualche giorno fa. Ricordiamo che c’è stata l’approvazione della risoluzione delle
Nazioni Unite, votata sia da Russia che da Cina, i due tradizionali amici di Teheran,
che finora avevano sempre un po’ frenato. Non andiamo troppo avanti, però, perché
sappiamo che poi queste risoluzioni, queste sanzioni sono abbastanza relative. Sappiamo
che l’Iran alla fine ha rapporti molto, molto grossi, rapporti economici con Cina
e Russia, e qui in realtà le sanzioni saranno molto poche. Per cui anche le difficoltà,
l’isolamento internazionale, potrebbero benissimo alla fine non far cambiare strada
ad Ahmadinejad.
D. – Per quanto riguarda l’Unione Europea, sembra esserci
più un interesse economico...
R. – Certo, tra Russia ed Europa c’è un
rapporto imprescindibile e dato da un elemento fisico, che è costituito dai tubi,
cioè dai gasdotti che portano il gas della Siberia ed anche del Caspio in Europa.
Detto questo, la Russia poi è un grandissimo acquirente di tecnologia europea, di
macchine, di beni di consumo di ogni genere. La Russia – e questo è uno dei suoi grandi
problemi – produce pochissimo, produce solo quasi unicamente materie prime. Quindi,
con l’Europa c’è un rapporto economico molto saldo, sempre più stretto. Credo che
la strada della Russia verso l’integrazione con l’Europa sia una strada a senso unico
e una strada sulla quale non è possibile pensare ad un ritorno agli anni passati.