Maxi-operazione contro la 'ndrangheta: 300 arresti
"In assoluto la più importante operazione contro la 'ndrangheta degli ultimi anni":
è quanto afferma il ministro dell'Interno italiano, Roberto Maroni, congratulandosi
con il capo della Polizia, Manganelli, e con il comandante generale dell'Arma, Gallitelli,
“per l'eccezionale operazione antimafia scattata stanotte in varie regioni d'Italia”.
L’organizzazione mafiosa – aggiunge il ministro – è stata colpita al cuore del suo
sistema criminale sia sotto l'aspetto organizzativo che quello patrimoniale”. La maxi-operazione
di carabinieri e polizia, denominata "Il crimine", ha colpito le più importanti e
potenti famiglie della 'ndrangheta delle province meridionali di Reggio Calabria,
Vibo Valentia e Crotone, oltre alle loro proiezioni extraregionali e esteri. Tra gli
arrestati, circa 300, Domenico Oppedisano, 80 anni, considerato l'attuale numero uno
delle cosche calabresi. Gli inquirenti calabresi e lombardi, al lavoro da tempo, hanno
indagato in particolare sulle infiltrazioni della 'ndrangheta nel nord Italia. Eugenio
Bonanata ne ha parlato con Enzo Ciconte, docente di Storia della criminalità organizzata
all’Università Roma Tre:
R. – Questa
è la conferma di un radicamento che non viene fatto in un giorno: è un radicamento
antico. Chi in questi anni, a Milano e in Lombardia, ha sostenuto la tesi che la mafia
non c’era a Milano, che la mafia era un problema del mezzogiorno, ha impedito di capire
cosa invece stesse succedendo. Oggi, scopriamo invece che la ‘ndrangheta è molto radicata
e che quindi non opera solo nel narcotraffico, ma fa ben altre cose. In questi anni,
c’è stato qualcuno che, al nord, ha avuto interesse a mantenere questa situazione.
Penso ai tanti imprenditori che sono stati coinvolti, anche, in questa operazione…
D.
– È cambiata la struttura della ‘ndrangheta. Qualcuno dice che somigli di più a "Cosa
nostra", nel senso che ha abbandonato la struttura “familistica” per dedicarsi ad
una struttura più “verticistica” …
R. – La struttura “familistica”
non è stata assolutamente abbandonata. I rapporti tra le famiglie mafiose costituiscono
il cuore delle alleanze della ‘ndrangheta. Ma la novità importante che è avvenuta
è che le famiglie della ‘ndrangheta reggina abbiano deciso di stringere alleanze tra
di loro, mettendo in piedi un’organizzazione più forte e più coesa rispetto al passato.
Ma questo non elimina il rapporto familiare e non elimina certamente l’autonomia che
avrà ogni ‘ndrina (cosca - ndr.). Naturalmente, quello che è importante per loro è
che determinate decisioni vengono prese insieme. Le strategie vengono fatte dai capi,
e quindi pare si sia formalizzata una struttura dei vertici che prima non era stata
formalizzata.