2010-07-13 15:18:50

Massachusetts: vescovi Usa contestano la sentenza di un tribunale sul matrimonio


“Sostenere che la definizione del matrimonio quale unione tra un uomo e una donna sia illogica, dettata dal pregiudizio e persino bigotta non rende un buon servizio alla verità e neanche al bene della nazione”. Con queste parole mons. Joseph Kurtz, presidente della speciale Commissione dei vescovi americani per la difesa del matrimonio, ha contestato due sentenze emesse da un giudice federale del Massachussets che definiscono incostituzionale l’attuale legge sul matrimonio negli Stati Uniti. Le decisioni, rese note l’8 luglio scorso, accolgono le istanze presentate da due ricorrenti nello Stato, secondo le quali la “Defense of Marriage Act” sarebbe discriminatoria e impedirebbe allo Stato di esercitare il suo legittimo diritto di disciplinare questa materia. “Il matrimonio è una realtà che preesiste allo Stato che non può quindi modificare la sua definizione – puntualizza invece in una nota mons. Kurtz –. Il suo ruolo è semmai di rispettare e rafforzare il matrimonio. La decisione – denuncia il presule - usa il potere dello Stato per attaccare la secolare definizione del matrimonio, riducendolo a una mera unione tra due adulti consenzienti. Solo un uomo e una donna – prosegue la dichiarazione – possono entrare in questo legame unico aperto alla vita con tutte le sue implicite responsabilità”. Secondo i vescovi proteggere il matrimonio quale unione tra un uomo e una donna “non è solo un interesse legittimo, ma vitale per il governo”. Lo Stato ha quindi il “dovere di usare il codice civile per rafforzare questo istituto vitale per la società. Gli argomenti a sostegno del matrimonio – conclude quindi la nota - sono infiniti a cominciare dal ruolo indispensabile delle madri e dei padri e i diritti dei bambini che sono spesso i più vulnerabili”. Di decisione “sbagliata” parla anche il Consiglio generale della Conferenza episcopale, anche perché - rileva - nella Costituzione americana non esiste alcuna norma che vieta al Congresso di definire il matrimonio. (A cura di Lisa Zengarini)







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