2010-07-13 15:18:41

Lettera sull'aborto dei vescovi di Saragozza: “Non possiamo tacere, dobbiamo agire”


“Non possiamo tacere, dobbiamo agire”. È il titolo della lettera pastorale delle diocesi della provincia ecclesiastica di Saragozza e della diocesi di Jaca, scritta a una settimana dall’entrata in vigore della nuova legge sull’aborto. “Tacere e non fare niente di fronte a questo nuovo e gravissimo attentato contro la vita dei più innocenti – dichiarano i presuli - ci può trasformare in complici per omissione”. La lettera - di cui riferisce l'agenzia Sir - è firmata da mons. Manuel Ureña arcivescovo di Saragozza, da mons. Jesús Sanz, arcivescovo di Oviedo e amministratore apostolico di Huesca e di Jaca, da mons. Alfonso Milián, vescovo di Barbastro-Monzón, da mons. José Manuel Lorca, vescovo di Cartagena e amministratore apostolico di Teruel e di Albarracín e da mons. Demetrio Fernández, vescovo di Córdoba e amministratore apostolico di Tarazona. “Dobbiamo fermarci a pensare – aggiungono i presuli - quale risposta attiva in favore della vita deve dare ciascuno di noi. Persone, famiglie, comunità, istituzioni…, tutti”. Per questo, spiegano i presuli, occorre innanzitutto chiarire che “il maggior rifiuto e la più grande ripulsa che merita la nuova legge dell’aborto, in vigore dallo scorso 5 luglio, non significa che fosse accettabile la legge precedente”. In realtà, “già esisteva l’aborto libero in Spagna con la pretesa giustificazione di una gravidanza a rischio per la salute della madre”. Ma la nuova legge dell’aborto, secondo i vescovi firmatari, aggiunge “nuove ragioni di immoralità e ingiustizia a quella precedente” e al contrario di quanto vorrebbero sostenere i suoi fautori, non difende e promuove “la libertà e la dignità della donna”, che anzi è la seconda vittima dell’aborto. Per i vescovi, “una società libera, pluralista e aperta deve promuovere e custodire il primo dei diritti fondamentali: il diritto alla vita”. (R.G.)







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