Il cardinale Antonelli: sostenere e valorizzare la famiglia, non privatizzarla
“La famiglia è una risorsa fondamentale per la società”: è quanto ha detto, nei giorni
scorsi, il cardinale Antonelli, presidente del Pontificio Consiglio per la Famiglia.
Il porporato si è recato ad Alençon, in Francia, per ricordare i Beati coniugi Louis
e Zélie Martin, genitori di Santa Teresa del Bambino Gesù, in occasione dell’anniversario
delle loro nozze, celebrate il 12 luglio 1858. Dopo aver celebrato una Messa, il cardinale
Antonelli ha tenuto una conferenza sul tema “Famiglia ed evangelizzazione”. Ce ne
parla Isabella Piro: “Un fattore
insostituibile di umanizzazione e risorsa fondamentale della società”: così il cardinale
Antonelli ha definito la famiglia. E famiglia esemplare fu quella Martin, della quale
il porporato ha sottolineato quattro caratteristiche principali: “l’amore coniugale
e l’armonia di coppia; la gioia di essere genitori malgrado i sacrifici; l’impegno
educativo, manifestato nell’abitudine alla preghiera, nella solidarietà con i poveri
e nell’opera di apostolato; e, infine, la responsabilità professionale e sociale”.
Entrambi i coniugi, infatti, “lavoravano con impegno ed intelligenza, equilibrando
le esigenze professionali e familiari, rispettando scrupolosamente i diritti degli
operai, osservando il riposo domenicale”. “La famiglia Martin – ha ribadito il cardinale
Antonelli – incarna un modello familiare di cui si sente il bisogno oggi più che mai”,
poiché “nella cultura dominante si va affermando un processo di privatizzazione della
famiglia, intesa soprattutto come un luogo di gratificazione affettiva, sentimentale
e sessuale per gli adulti”. “Non si tiene conto dell’importanza della stabilità della
coppia – ha affermato il porporato – di quel bene primario che i figli rappresentano.
La famiglia non viene percepita come una piccola comunità, soggetto di diritti e doveri,
ma come una somma di individui che convivono temporaneamente sotto lo stesso tetto;
non è più una risorsa per la società da valorizzare, ma è un insieme di bisogni e
di desideri individuali da soddisfare”. Una visione, ha continuato il cardinale Antonelli,
che provoca una crisi su tre fronti: matrimonio, natalità ed educazione, tanto che
nell’Unione Europea il numero dei divorzi corrisponde alla metà dei matrimoni. E non
solo: i giovani, sempre più soli, cedono al vandalismo, alla tossicodipendenza, alla
violenza e la società entra in crisi, poiché “mancano gli ideali, le speranze, i progetti
comuni, la fiducia nel futuro”. Mettendo in guardia dall’invecchiamento progressivo
della popolazione che provoca “gravi problemi economici”, il cardinale Antonelli ha
ricordato che “la famiglia è un’istituzione della gratuità”, “il risultato dell’amore-carità”,
grazie al quale le persone “non devono mai essere ridotte a dei semplici strumenti”,
poiché “in una famiglia autentica, ciascuno considera l’altro come un bene in sé,
insostituibile ed impagabile”. Il porporato ha quindi sottolineato come “le famiglie
fondate sul matrimonio offrano alla società dei beni essenziali per la generazione
di nuovi cittadini e la crescita delle virtù sociali” e come esse abbiano “il diritto
ad un giusto riconoscimento culturale, giuridico ed economico”. Per questo, il presidente
del Dicastero vaticano ha invitato le associazioni familiari ad un’attività “vigorosa”
nelle scuole, nelle parrocchie, nelle diocesi, nei mass media, promuovendo incontri
di riflessione e favorendo la formazione dei politici e dei responsabili della cultura
e della comunicazione. Certo, ha affermato il porporato, “la dottrina sociale della
Chiesa approva i valori autentici della modernità”, come la parità delle donne, la
libertà di pensiero e quella religiosa, la laicità intesa come rispetto del pluralismo
religioso e culturale. Ma la Chiesa “non confonde i diritti degli individui con quelli
della famiglia, gli interessi privati con l’interesse generale”. Per questo, ha ribadito,
“le associazioni familiari di ispirazione cristiana chiedono che la famiglia non sia
vista come la somma di individui e di bisogni individuali, ma come una risorsa necessaria
e preziosa per la società, da sostenere e valorizzare”. Di qui, l’invito a rivalutare
il ruolo genitoriale “come funzione importante per la maturità e la realizzazione
dell’uomo e della donna, per il bene dei bambini e della società”. Fondamentale, allora,
rivendicare quelle misure capaci di “incoraggiare le coppie alla stabilità, alla responsabilità
educativa, per incrementare la natalità”. Misure riassumibili così: maggiore flessibilità
professionale per i coniugi che lavorano; sicurezza economica anche per i contratti
a termine; servizi per l’infanzia, gli anziani e i disabili; deduzioni fiscali per
le famiglie numerose; pensionamento anticipato per i lavoratori con figli; alternative
concrete per evitare l’aborto; diritto, per i genitori, di scegliere come educare
i propri figli; ricongiungimento familiare per i migranti. Citando, infine, l’Esortazione
apostolica “Familiaris Consortio”, siglata da Giovanni Paolo II nel 1981, il cardinale
Antonelli ha lanciato un appello a “costruire una società amica della famiglia”.