El Salvador: la Chiesa sostiene la proposta di legge per contrastare le bande giovanili
“Una risposta positiva” che merita “il sostegno del Paese”: questo il commento di
mons. José Luis Escobar Alas, arcivescovo di San Salvador sulla proposta di legge
del presidente, Mauricio Funes, per arginare con severe misure legali il devastante
fenomeno delle “maras”, le bande giovanili violente e spesso dedite ad ogni tipo di
atto delinquenziale. Nel corso della sua campagna elettorale il presidente Funes aveva
trattato ampiamente la questione ed aveva promesso di agire per mettere fine ad un
fenomeno gravissimo che, in questi primi mesi dell’anno, ha registrato un media di
13 morti violente al giorno tra le bande giovanile nate a metà degli anni ’80 negli
Stati Uniti. ”E’ vero che non bastano dei provvedimenti legislativi” per bloccare
questa situazione ha precisato l’arcivescovo Escobar Alas, “comunque è fondamentale
la cornice giuridica per indagare e punire questo tipo di crimini”. Giorni fa, il
governo ha presentato all’Assemblea nazionale un progetto di legge “che vieta l’esistenza,
legalizzazione, finanziamento e sostegno a aggregazioni, associazioni illecite chiamate
‘pandillas o maras’ e a gruppi di sterminio che si fanno chiamare ‘Mara Salvatrucha
o MS-trece, la Pandilla Dieciocho, la Mara Máquina, la Mara Mao Mao, la Sombra Negra
y el XGN". Secondo il presule, si tratta di una “formulazione molto ampia che consente,
giustamente, di indagare a fondo il fenomeno” e dunque di procedere all’adozione di
norme giuridiche adeguate, come per esempio - cosa inclusa nella proposta di legge
- di modificare il Codice penale salvadoregno. L’arcivescovo di San Salvador si complimenta
con il presidente Funes per la sua coraggiosa iniziativa, già annunciata negli anni
scorsi ma mai trasformata in una proposta di legge, anche perché “la violenza nel
Paese ha raggiunto limiti insostenibili come dimostrano i lutti di ogni giorno e gli
stessi dati statistici”. Le “maras” nacquero in alcuni quartieri di Los Angeles, in
particolare per difendere il proprio territorio d’azione per furti, traffici di droga
ed estorsioni, ma dopo l’espulsione dagli Usa di numerosi membri di questi gruppi,
si sono diffuse a macchia d’olio prima nel Salvador, poi in quasi tutta l’America
centrale e infine in Europa, in particolare in Spagna, Italia, Germania, Francia e
Belgio. Queste bande spesso sono formate da giovani salvadoregni, honduregni e guatemaltechi
e in misura minore, messicani. Tra i membri si creano forti legami di amicizia e complicità
al punto tale che nel Salvador si è potuto dimostrare che ricevono denaro dalle bande
operanti negli Stati Uniti e in Europa e più recentemente l’Fbi ha potuto registrare
legami con il narcotraffico colombiano. (L.B.)