2010-07-13 15:19:51

Brasile: i vescovi dell'Amazzonia vicini al missionario che rischia l'espulsione


“Ribadiamo quanto noi, vescovi latinoamericani, dicemmo alla V Conferenza episcopale del Celam (Consiglio Episcopale Latinoamericano) ad Aparecida, nel 2007. Abbiamo la responsabilità storica di «creare la coscienza nelle Americhe sull’importanza dell’Amazzonia per tutta l’umanità». E non solo nelle Americhe, ma anche in tutto il mondo perché l’Amazzonia è fondamentale per l’equilibrio sistemico del pianeta”. Così i vescovi della Commissione episcopale dell’Amazzonia della Conferenza nazionale dei vescovi del Brasile (Cnbb) esprimono la loro vicinanza al missionario inglese Paul McAuley, appartenente all’istituto dei Fratelli delle scuole cristiane fondato da Giovanni Battista de La Salle, che, a sorpresa, dopo 20 anni di missione dedicati alla tutela dell’ambiente e dei diritti dei popoli indigeni in Perù, si è visto revocare nei giorni scorsi il permesso di residenza e attende ora l’esito di un ricorso per scongiurare l’espulsione dal Paese andino. Fratel McAuley, ricordano i vescovi brasiliani nella nota pervenuta all'agenzia Misna, “è stato penalizzato dal governo peruviano, col pretesto di aver partecipato a manifestazioni popolari, promosse dai movimenti sociali contrari alle politiche socio-ambientali che favoriscono gli interessi del grande capitale”. Il missionario inglese è presidente della ‘Rete ambientale Loretana’, con sede a Iquitos (un migliaio di chilometri a nord di Lima), organismo che lavora “per informare ed educare per la promozione di una coscienza e di una giustizia ambientale…dando impulso alla sostenibilità delle comunità rurali e indigene”. L’Amazzonia peruviana, evidenziano i presuli brasiliani, come tutta la regione amazzonica continentale “è bersaglio di interessi delle grandi aziende multinazionali petrolifere, minerarie, del legname e altre e rientra nei piani di costruzione di grandi progetti…Tali gruppi economici, sostenuti dai governi, vogliono consolidare i loro profitti ad ogni costo. Questa è una delle ragioni per le quali accadono molti conflitti, inclusi massacri di indigeni e popolazioni rivierasche. Solo per citare un esempio, il terribile massacro degli indigeni Awahum e Wampis a Bagua (nel giugno 2009) che si opponevano all’invasione delle aziende petrolifere nel loro territorio tradizionale”. Ricordando che anche Benedetto XVI ha avvertito sulla “devastazione ambientale dell’Amazzonia e le minacce alla dignità umana dei suoi popoli”, i vescovi brasiliani sottolineano che “le persone e istituzioni che si oppongono coraggiosamente a questa logica mercantilistica e depredatoria sono sistematicamente criminalizzate da parte dello stato. Fratel Paul è vittima di questo tipo di azioni”. La nota è firmata da monsignor Jayme Henrique Chemello, presidente della Commissione episcopale per l’Amazzonia della Cnbb, monsignor Antônio Possamai, vice-presidente, e monsignor Erwin Krautler, segretario. (R.P.)







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