Sei mesi fa il terremoto ad Haiti, la situazione resta drammatica
Sei mesi fa il terribile terremoto ad Haiti, in cui sono morte oltre 200 mila persone
e centinaia di migliaia sono rimaste senza casa. E la situazione in questi mesi non
è migliorata: lo stesso segretario generale dell’Onu, Ban Ki Moon ha denunciato nei
giorni scorsi l’estrema lentezza nell’invio degli aiuti ai terremotati, lanciando
un appello ai Paesi donatori a mantenere le promesse fatte dopo il sisma. Tante le
associazioni sul posto che confermano la necessità urgente di aiuto. Una situazione
in continuo peggioramento, dunque, come spiega al microfono di Fabio Colagrande Alessandra
D’Asaro, portavoce del Vis, il Volontariato internazionale per lo sviluppo, raggiunta
telefonicamente a Port-au-Prince:
E a sei
mesi dal devastante sisma, la più grande organizzazione internazionale indipendente,
Save the Children, ha diffuso in un comunicato il bilancio degli aiuti offerti e di
quanto sia ancora necessario fare. Emerge che è stata fornita assistenza a 682 mila
persone, tra cui 340 mila bambini, per una media di circa 4 mila persone al giorno.
La situazione dei bambini resta però ancora molto critica. “È soprattutto ora nella
fase di ricostruzione che hanno bisogno di tutto il nostro supporto, per poter far
nascere dalle macerie un Paese migliore”, afferma Gary Shaye, direttore di Save the
Children per Haiti. Nel 2010, 36 milioni di dollari sono stati stanziati in programmi
di educazione, salute, nutrizione. Fino ad oggi, 45 mila bambini hanno frequentato
in tre mesi le 270 scuole temporanee dell’organizzazione e gli operatori hanno lavorato
con loro per fargli superare il trauma del sisma in 50 spazi costruiti a misura di
bambino, dove possono riacquistare un senso di normalità attraverso attività ludico-educative,
da svolgere insieme ai propri coetanei in un ambiente sicuro, protetto e con il supporto
di operatori specializzati. “Save the Children è impegnata nella costruzione di nuove
scuole che rispettino gli standard di sicurezza e che siano in grado di accogliere
i bambini haitiani anche dopo la fase post emergenziale”, sottolinea Gary Shaye. Questo
è soltanto l’inizio di un duro lavoro di ricostruzione, che va seguito attraverso
una serie di interventi strutturali e mediante una proficua collaborazione tra tutti
i soggetti presenti sul campo ed il governo locale. Sono ancora migliaia i bambini
che rischiano di ammalarsi a causa delle pessime condizioni in cui vivono nei campi
sfollati, soprattutto con l’intensificarsi delle piogge e degli uragani. E nonostante
i risultati raggiunti siano stati parecchi, Save the Children sottolinea che i bambini
sono ancora molto vulnerabili e devono rimanere la priorità principale nella ricostruzione
di Haiti. L’organizzazione entro il 2010 prevede di raggiungere oltre 800 mila persone,
tra cui 470 mila bambini, stanziando per l’anno in corso un totale di 36 milioni di
dollari per il popolo haitiano. Inoltre, per far fronte ad una delle più gravi emergenze
degli ultimi anni, Save the Children si è dotata di un programma quinquennale che
prevede numerosi interventi in diversi ambiti: dall’educazione alla distribuzione
di beni di prima necessità, dalla protezione alla nutrizione, dalla salute alla fornitura
di acqua potabile e servizi igienico-sanitari, oltre a fornire mezzi di sostentamento
ad 11 mila persone, per aiutarli a ricostruire le proprie vite. Un’altra strategia
interessante messa in atto è stata quella della creazione di opportunità lavorative,
impegnando gli haitiani nella rimozione di macerie dalle strade, o nell’irrigazione
e nel drenaggio dei canali in quelle aree interessate dall’apertura di spazi educativi
per bambini. Nei prossimi mesi, l’organizzazione finanzierà piccole e medie imprese
attraverso programmi di microcredito in modo da contribuire al rilancio dell’economia
locale, dedicandosi in particolare al settore agricolo. In questi sei mesi, Save the
Children ha fornito rifugi temporanei ad oltre 31 mila nuclei familiari, mentre 11
mila famiglie hanno ricevuto kit completi per migliorare le proprie condizioni di
vita e costruire autonomamente rifugi temporanei. Infine, l’organizzazione ha creato
il “Fondo emergenze per i bambini” per portare soccorso immediatamente e dove serve.
Save the Children fondata nel 1919 all'indomani della prima guerra mondiale per migliorare
concretamente la vita dei bambini, opera oggi in 120 Paesi nel mondo ed è presente
ad Haiti dal 1978. (C.F.)