Il Papa all'Angelus: trasformare la nostra mentalità secondo la logica dell'amore
Benedetto XVI, che da pochi giorni si trova nella residenza estiva di Castel Gandolfo,
ha rivolto all’Angelus un pensiero particolare, in questo tempo di vacanze, alle persone
in difficoltà. Nella festa a lui dedicata, il Papa ha reso omaggio a San Benedetto
“grande patrono – ha detto - del mio pontificato”. Il servizio di Roberta Gisotti.
Calorosa
accoglienza per Benedetto XVI dai “cari abitanti” della “bella cittadina” laziale
“dove torno sempre volentieri”, ha detto il Papa, prima di recitare l’Angelus insieme
ai numerosi pellegrini assiepati nel cortile del Palazzo apostolico di Castel Gandolfo.
Ispirato dal Vangelo odierno, il Papa si è soffermato sulla risposta che Gesu dà ad
un dottore della Legge che gli chiede: “Maestro che cosa devo fare per ereditare la
vita eterna? “Amare Dio con tutto il cuore, tutta la mente e tutte le forze, e amare
il prossimo come se stessi”, risponde il figlio di Dio. Ma chi è il mio prossimo?
Chiede ancora il dottore della Legge e Gesù risponde con la parabola del ‘buon Samaritano’,
“per indicare – ha spiegato Benedetto XVI - che sta a noi farci ‘prossimo’ di chiunque
abbia bisogno di aiuto": “La parabola, pertanto, deve indurci a trasformare
la nostra mentalità secondo la logica di Cristo, che è la logica della carità: Dio
è amore, e rendergli culto significa servire i fratelli con amore sincero e generoso”.
“Questo
racconto evangelico – ha osservato il Papa - offre il ‘criterio di misura’, cioè “l’universalità
dell’amore che si volge verso il bisognoso incontrato ‘per caso’, chiunque egli sia". “Accanto
a questa regola universale, vi è anche un’esigenza specificamente ecclesiale: che
“nella Chiesa stessa, in quanto famiglia, nessun membro soffra perché nel bisogno".
Il
cristiano dunque ha “‘un cuore che vede’ dove c’è bisogno di amore, e agisce in modo
conseguente”. Da qui l’invocazione alla Madonna: “Affidiamo alla Vergine
Maria il nostro cammino di fede e, in particolare, questo tempo di vacanze, affinché
i nostri cuori non perdano mai di vista la Parola di Dio e i fratelli in difficoltà”.
Il
Papa ha quindi ricordato la festa di San Benedetto da Norcia, “padre e legislatore
del monachesimo occidentale”, proclamato da Paolo VI nel 1964 patrono d’Europa “riconoscendone
l’opera meravigliosa svolta per la formazione della civiltà europea..." “...come
narra san Gregorio Magno, ‘fu un uomo di vita santa … di nome e per grazia’. ‘Scrisse
una Regola per i monaci … specchio di un magistero incarnato nella sua persona: infatti
il santo non poté nel modo più assoluto insegnare diversamente da come visse’.”
Nei
saluti finali ai fedeli nelle varie lingue, il Santo Padre ha rivolto un incoraggiamento
particolare alle Suore Apostole del Sacro Cuore di Gesù, riunite per il Capitolo Generale,
perché siano testimoni dell’amore divino nei vari campi in cui operano l’educazione,
la sanità, la pastorale giovanile e familiare, le opere sociali per i migranti e i
poveri.