Progetto dell'Istituto Regina Elena e del San Gallicano per migliorare la qualità
dell'assistenza
Privilegiare la centralità della persona, migliorando la qualità dell’assistenza.
E’ il progetto Vales, proposto dall’Istituto nazionale tumori Regina Elena e dall’Istituto
dermatologico San Gallicano, che focalizza l’attenzione su un momento delicato della
permanenza dei pazienti in ospedale: il passaggio dal reparto di degenza al blocco
operatorio, dove si svolgerà l’intervento chirurgico. Salvatore Sabatino ne
ha parlato con Francesco Bevere, direttore generale dei due Istituti:
R. – Noi
siamo sempre più convinti che l’eccellenza delle cure non consista soltanto nell’assicurare
una buona pratica clinica o una tecnologia, le più avanzate possibili. Noi abbiamo
voluto anche dare la garanzia, un rifarsi carico a 360 gradi dei disagi delle persone,
che non vengono mai lasciate sole, a maggior ragione in momenti particolarmente delicati.
Abbiamo voluto scegliere proprio l’intervento chirurgico, perché si sa che poi in
un momento così particolare: quando la persona si è già orientata ed è già inserita
bene nel contesto ospedaliero, nella sua organizzazione, il momento difficile può
essere quello di lasciare la stanza, i propri familiari e così via, per recarsi in
un ambiente completamente estraneo alla persona, supertecnologico, in cui sa di dover
subire un’operazione, che può essere anche la risoluzione definitiva del suo problema
di malattia.
D. – Quali sono le principali paure che
hanno?
R. – Molte delle persone che abbiamo intervistato,
per esempio, soffrono del fatto di lasciare i propri cari e gradiscono essere accompagnati
fin dove è possibile da queste persone. Noi lo abbiamo concesso e lo faremo sempre
più facilmente. Ma accanto a tutte queste cose, che riguardano l’aspetto specifico
della persona, poi ovviamente c’è un lavoro molto forte che si sta facendo sul personale,
che è all’interno del blocco operatorio e nei reparti di degenza. Abbiamo migliorato
moltissimo l’elemento “formazione continua” di carattere tecnico-specialistico; abbiamo
aderito alla Carta della qualità in chirurgia, che pone una serie di vincoli molto
precisi a chi vuole aderirvi. Quindi, una combinazione tra l’elevato livello di qualità
tecnico-specialistica, in maniera tale che la persona si senta al sicuro, in un posto
sicuro, quando si addormenta soprattutto e quando viene effettuata l’operazione chirurgica,
ed anche questo accostamento parallelo ai suoi bisogni più intimi.