Terra Santa: festa nella comunità multietnica di Eilat per l'amministrazione delle
cresime
Cinque sudanesi e un sudamericano sono stati cresimati la scorsa settimana ad Eilat,
in Terra Santa, da mons. Giacinto-Boulos Marcuzzo, vicario per Israele del Patriarcato
latino di Gerusalemme. Nella sua omelia il presule non ha nascosto la sua emozione
per la testimonianza di fede offerta dalla piccola comunità cristiana che ha incoraggiato
alla speranza e alla fedeltà a Cristo. Mons. Marcuzzo ha inoltre lodato i fedeli per
il coraggio della loro missione: essere testimoni viventi del Vangelo per gli altri.
Circa 200 di loro hanno preso parte alla celebrazione testimoniando l’unità nella
diversità. La comunità di Eilat, infatti, comprende diverse etnie, con culture e lingue
proprie. Nata una decina di anni fa grazie al servizio pastorale di arabi israeliani
della Galilea, di giudeo-cristiani e di turisti, ha accolto poi rumeni, nigeriani,
ghanesi e polacchi, e ancora sudamericani, filippini, srilankesi ed indiani. Dal 2006
si sono aggiunti sudanesi e oggi ci sono anche etiopici ed eritrei. I più numerosi
sono i sudanesi, circa 10 mila persone che hanno storie difficili alle spalle e che
per questo, spesso, necessitano di particolari aiuti. La cura pastorale di questa
comunità multietnica è affidata a padre Slawomir Abramovski, sacerdote polacco fidei
donum, al fianco del quale lavorano due futuri preti del seminario Redemptoris Mater
di Korazim, una famiglia polacca in missione e ancora catechisti sudanesi e filippini.
La lingua più usata ad Eilat è l’arabo, ma si parla anche in inglese e in ebraico.
(T.C.)