Mondiali di calcio verso la conclusione. Il cardinale Napier: hanno unito l'Africa
I Mondiali di calcio in Sudafrica, che si chiuderanno domani con la finale tra Spagna
e Olanda, lasciano in eredità non solo l’entusiasmo e il grande interesse che hanno
accompagnato le varie fasi del torneo, ma anche le speranze di un intero Paese e di
tutto il Continente. E’ quanto sottolinea al microfono di Luca Collodi l’arcivescovo
di Durban, cardinale Wilfrid Fox Napier: R. – The first
thing that the World Cup would leave in South Africa... La prima cosa che
penso lascerà la Coppa del Mondo al Sudafrica è quella di far sentire finalmente a
questo Paese di essere parte della comunità mondiale. Il calcio è lo sport principale
per la maggior parte dei sudafricani, in particolare dei neri. E per loro, avere la
Coppa del Mondo nel loro Paese ha significato sentirsi accomunati in questo essere
riconosciuti dalla comunità internazionale. Ora, la cosa più importante che dovrà
succedere sarà quella di credere in noi stessi per vedere che possiamo fare cose rilevanti
senza aspettare che siano gli altri a farle per noi. Per esempio, il Sudafrica deve
dimostrare di sapersi organizzare anche in altri campi e settori fondamentali come
l’istruzione, la sanità e così via. Tocca adesso ai nostri politici avere la volontà
di compiere con la stessa determinazione quello che hanno fatto per la Coppa del Mondo,
di farlo per la loro gente, nel momento in cui i riflettori del mondo non sono su
di noi.
D. – Il nuovo Sudafrica è un sogno o resta ancora un miraggio?
R.
– No, no è “un ideale”. It’s an idea... No, no, è un ideale. E’ un’idea
e penso sia ancora un sogno, ma è un sogno che è stato realizzato in piccola parte.
Per esempio, se guardo indietro a 50, 60 anni fa, faceva ancora meraviglia vedere
un nero e un bianco camminare insieme. Oggi bambini e genitori, bianchi e neri, si
mescolano come se si conoscessero da tutta la vita. Per me questo è parte del sogno
che diventa realtà. C’è ancora tanta strada da fare, ma grazie a Dio abbiamo segni
evidenti che possiamo farcela.
D. – Il campionato del mondo di calcio,
secondo lei, ha avuto un effetto positivo anche sul resto del continente africano?
R.
– Absolutely, I’m certain of that... Assolutamente, sono certo di questo.
Appena due anni fa in Sudafrica abbiamo avuto un’esperienza molto negativa di attacchi
xenofobi contro altri africani, profughi che cercavano una vita migliore da noi e
sono stati attaccati da loro fratelli, altri africani. La Coppa del mondo ha invece
portato un senso di solidarietà tra i vari Paesi africani, che hanno vissuto i mondiali
non come un evento per solo il Sudafrica ma per tutta l’Africa. Questo, credo, ha
fatto tanto per l’unità dell’Africa, molto più di quanto avrebbero potuto fare tante
parole da parte dei politici.