Haiti: due milioni di persone vivono ancora in strada. 600 mila i senzatetto
La rete internazionale delle Caritas fa il bilancio degli aiuti alle popolazioni terremotate
di Haiti. A sei mesi dal sisma che il 12 gennaio scorso ha distrutto Port-au-Prince
e dintorni, provocando oltre 200.000 vittime, 300.000 feriti, due milioni di persone
che vivono in strada e 600 mila senza tetto, viene reso noto un rapporto intitolato
“Una nuova speranza per Haiti”. Riguardo all’impegno della rete Caritas, nello specifico
finora sono stati forniti aiuti alimentari a 1,5 milioni di persone a Port-au-Prince,
Léogane e in nove diocesi, cure mediche a 400.000 persone, assistenza psicologica,
acqua, servizi igienici, pari a 37,4 milioni di euro, raggiungendo complessivamente
più di 2,3 milioni di persone. Più di 250.000 case sono state distrutte, rileva il
rapporto Caritas. Sono stati perciò distribuiti ripari d’urgenza a circa 160.000 persone,
a Port-au-Prince e nelle zone rurali. Nel rapporto – riferisce il Sir - il cardinale
Oscar Andrès Rodrìguez Maradiaga, arcivescovo di Tegucicalpa e presidente di Caritas
internationalis, ricorda che “bisogna ricostruire le scuole, le case e la vita delle
persone”, per cui “è importante non dimenticare Haiti in questo momento”. E continua:
“Haiti ha attirato l’attenzione del mondo quando le Nazioni Unite hanno definito questa
catastrofe la peggiore negli ultimi 65 anni della loro storia. Prima, questo Paese
e la sua estrema povertà erano ampiamente dimenticati. E’ deplorevole che ci sia voluta
un terremoto di questa portata perché il mondo si accorgesse dello scandalo rappresentato
dalla situazione di Haiti.” La Caritas ha elaborato un piano di reinserimento sociale
e ricostruzione per i prossimi cinque anni, identificando alcune priorità: case, educazione,
riduzione dei rischi di catastrofi, salute e ristabilimento dei mezzi di sussistenza.
Siccome la maggior parte della popolazione vive ancora nei campi, rimangono ancora
“fortemente precarie”, l’accesso all’acqua e il rischio di diffusione di malattie.
Perché – conclude il card. Maradiaga - “non basta rabberciare le ferite del Paese,
la ricostruzione deve ridare una nuova speranza ad Haiti, fondata sulla solidarietà
e la giustizia”. (M.A.)