Buone notizie da Cuba: l’editoriale di padre Lombardi
Il mondo guarda con speranza alle novità che giungono da Cuba: l’annuncio della prossima
liberazione di decine di dissidenti politici fa parlare di svolta. Un passo importante,
raggiunto anche grazie al ruolo giocato della Chiesa cubana. Ascoltiamo in proposito
il direttore della Sala Stampa vaticana, padre Federico Lombardi, nel suo editoriale
per Octava Dies, il settimanale informativo del Centro Televisivo Vaticano: Il comunicato
ufficiale dell'arcivescovado dell'Avana sulla liberazione di oltre cinquanta prigionieri
detenuti nelle carceri cubane, pubblicato anche sul quotidiano del Partito comunista
cubano, e l'interruzione dello sciopero della fame del giornalista Guillermo Fariñas,
sono le buone notizie dall'Isola Caraibica che aspettavamo da alcune settimane. Sono
segnali significativi, che speriamo indichino un progresso stabile verso quel clima
di rinnovata convivenza sociale e politica che tutti auguriamo alla nazione cubana.
Ci
sia permessa una riflessione. Il ruolo cruciale assunto nel processo di dialogo cubano
dal cardinale Ortega Alamino e da mons. Dionisio García, presidente dell'Episcopato,
è stato reso possibile dal fatto evidente che la Chiesa cattolica è profondamente
radicata nel popolo e interprete attendibile del suo spirito e delle sue attese. Non
è una realtà estranea, non fugge nei tempi di difficoltà. Porta sofferenze e speranze,
con dignità e con pazienza, senza servilismo ma anche senza cercare di accrescere
le tensioni e di eccitare gli animi, al contrario, con l'impegno continuo di aprire
strade alla comprensione e al dialogo. Per parte sua la Santa Sede accompagna e sostiene
la Chiesa locale con la sua solidarietà spirituale e con la sua autorità internazionale.
Dal viaggio di Giovanni Paolo II alle recenti visite del cardinale segretario di Stato
Tarcisio Bertone e di mons. Dominique Mamberti, ai contatti diplomatici in Vaticano
sulla situazione di Cuba, la Santa Sede si è sempre manifestata contraria all'embargo,
e quindi solidale con le sofferenze del popolo, e pronta a sostenere ogni prospettiva
di dialogo costruttivo.
"Che Cuba si apra al mondo e il mondo si apra
a Cuba!" esclamava Giovanni Paolo II nel suo indimenticabile viaggio del 1998. Con
pazienza, si sono fatti importanti progressi in questa direzione. Tutti ci auguriamo
che il cammino continui.