2010-07-10 14:37:37

Brasile: la Chiesa lancia un allarme per le violenze contro gli indigeni


Il Consiglio Indigenista Missionario (Cimi) presso la sede della Conferenza episcopale a Brasilia ha diffuso un rapporto sulle violenze contro i popoli indigeni del Paese. I dati diffusi si riferiscono al 2009. Si sono registrati sessanta omicidi e 133 casi di violenza provocati da omissione di soccorso da parte del potere pubblico. Il rapporto – si apprende dall’Osservatore Romano - evidenzia anche il crescente processo di criminalizzazione nei confronti dei capitribù e l'intensificarsi di azioni contro gli indigeni impegnati nella difesa del territorio. Il documento è stato presentato dal presidente del Cimi, don Erwin Kräutler, dall'antropologa Lucia Rangel, coordinatrice della ricerca, e dal missionario del Consiglio del Mato Grosso do Sul, padre Egon Heck. Il testo è suddiviso in tre parti: dapprima affronta l'argomento delle violenze contro gli indigeni (omicidi, minacce, atti di razzismo, danni contro il patrimonio). Nella seconda parte tratta delle violenze verificatesi per omissioni da parte del potere pubblico. Un capitolo conclusivo fornisce dettagliate informazioni sulle violenze contro i popoli indigeni isolati o con pochi contatti con l'esterno. Un'attenzione particolare è stata rivolta anche ai danni all'ambiente provocati dalla realizzazione di grandi progetti: centrali elettriche, programmi di ecoturismo, gasdotti, esplorazione minerale, ferrovie e idrovie. Tali opere hanno un impatto negativo sui territori indigeni e condizionano pesantemente la vita di diversi popoli. Il rapporto sulla violenza evidenzia, ancora una volta, il triste primato del Mato Grosso do Sul, dove l'anno scorso si è registrato il 54% degli omicidi. A fare da sfondo a questa violenza continua nei confronti degli indigeni vi sono industriali, imprenditori e latifondisti interessati allo sfruttamento della terra. (M.A.)







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