In corso la novena dedicata alla Madonna del Carmine
È iniziata mercoledì scorso in tutte le chiese carmelitane, la novena dedicata alla
Madonna del Carmine, che il calendario liturgico ricorda il 16 luglio. A Roma la ricorrenza
è particolarmente sentita nella parrocchia di Santa Maria in Traspontina, da dove
domenica prossima, dopo la Messa celebrata alle 17.30 dal vescovo ausiliare Benedetto
Tuzia, si snoderà la processione del simulacro della Vergine tra Borgo Pio e Borgo
Angelico. Maria, dunque, è al centro del carisma dei Carmelitani, che vogliono essere
comunità accogliente in mezzo alla gente. Tiziana Campisi ne ha parlato con
padre Fulvio Garroni, religioso carmelitano della comunità di Jesi, nelle Marche,
alla quale è affidata la cura pastorale del santuario della Madonna delle Grazie. R. - Il nostro
carisma è quello di una comunità orante in mezzo al popolo. Quindi il carmelitano,
innanzitutto, è colui che trova spazio e tempo per stare dinanzi a Dio. Questo poi
deve portarlo coraggiosamente in mezzo al mondo con umiltà, in modo particolare all’ascolto
della gente. D. – Lei vive a Jesi, nelle Marche. Che tipo di legame ha
con la gente, con i fedeli?
R. - Mi trovo molto bene, anche perché cerchiamo
proprio di sviluppare la spiritualità carmelitana. Come diceva Giovanni Paolo II i
santuari sono “la chirurgia dello spirito” e qui noi confessiamo tutti fedeli che
vivono in questa zona. Per cui c’è questo rapporto di direzione spirituale con i fedeli
e questo è un buon rapporto. Come dice San Paolo “dobbiamo associarci alla passione
e morte di Cristo”. Quindi provi a entrare nel cuore della gente, nelle situazioni
particolari, ci sono anche momenti non facili da superare. La vita religiosa, da una
parte, è una vita bella perché si vive in una comunità e quindi abbiamo modo di poter
dialogare, vederci, confrontarci, però poi la vita comunitaria è anche “maxima poenitentia”
- come si dice - e ci sono anche difficoltà da superare. Però con l’aiuto di Dio e
della Madonna emergono sempre le cose più belle.