Cuba: dopo l'annuncio della liberazione di 52 dissidenti, Fariñas sospende lo sciopero
della fame
A Cuba il dialogo tra governo e comunità internazionale, e in particolare tra autorità
cubane e Chiesa Cattolica, ha portato ad importanti sviluppi. Tra questi l’annuncio
della prossima liberazione di decine di dissidenti politici e la sospensione dello
sciopero della fame da parte del giornalista Guillermo Fariñas che lo scorso 23 febbraio
aveva iniziato un digiuno ad oltranza per richiedere il rilascio dei prigionieri in
precarie condizioni di salute. Ascoltiamo al microfono di Amedeo Lomonaco,
il giornalista della nostra emittente Luis Badilla, esperto di questioni latinoamericane: R. – Sono state
dunque annunciate per i prossimi due-tre mesi, 52 liberazioni: alcune sono già in
corso in queste ore; alcuni si stanno preparando a lasciare il Paese perché hanno
scelto di andare in Spagna. Lo hanno chiesto loro stessi … C’è stato anche un ruolo
importante della comunità internazionale, in questa fase finale, quasi a sigillare
i negoziati e tutta la mediazione …
D. – Da Cuba arriva anche la conferma
della notizia che il dissidente Fariñas ha sospeso lo sciopero della fame: come interpretare
questa notizia?
R. – E' un’ottima notizia! Ogni vita umana risparmiata
non può che essere una gioia per tutti noi, per l’umanità intera! Anche perché quest’uomo,
dopo 135 giorni di sciopero della fame e della sete, è in condizioni gravissime. Speriamo
che i medici, che lo hanno accudito in queste settimane, riescano a farlo riprendere
e che quindi la sua vita sia veramente e definitivamente salva. Una notizia buona
per Cuba, per il suo popolo e per tutti noi!
D. – Quale rapporto, quale
relazione tra questa notizia e quella della liberazione di 52 detenuti dissidenti
politici?
R. – Non c’è ombra di dubbio che la sospensione dello sciopero
della fame da parte del giornalista dissidente Fariñas abbia un rapporto diretto con
queste liberazioni: infatti, protestava con lo sciopero della fame perché voleva e
chiedeva insistentemente la liberazione dei dissidenti politici. Il dialogo avviato
tra il governo del presidente Raul Castro e la Chiesa ha portato a questi importanti
passi. Per questo, il rapporto tra l’una e l’altra cosa è diretto e dimostra che si
possono raggiungere obiettivi importanti, condivisi senza fare ricorso a proteste
estreme; dimostra che il dialogo dà più frutti dello scontro.
D. – E
da Cuba, poi, arrivano altri segnali confortanti, altri segnali nuovi: per la prima
volta i mezzi di informazione del partito comunista cubano hanno pubblicato un comunicato
della Chiesa …
R. – E’ vero: non accadeva da 50 anni. Sia il “Granma”,
organo ufficiale del partito comunista, sia “Juventud rebelde”, l’organo dei giovani
comunisti cubani, hanno pubblicato integralmente il comunicato del cardinale Ortega
in cui confermava di aver saputo dal presidente Raul Castro la disposizione da lui
data per queste ultime liberazioni. Questo vuol dire che alla Chiesa cubana, in questo
momento, viene giustamente riconosciuto il ruolo che merita: quello di essere una
forza spirituale che non rivendica nessun privilegio e nessun potere politico per
contribuire alla convivenza sociale, alla pace, e soprattutto per contribuire a trovare
– tutti insieme, i cubani, senza interferenze – le soluzioni ai loro grandi problemi.
In primo luogo, quello delle libertà fino ad oggi mancanti e poi, in secondo luogo,
ma non di minore importanza, quello di poter avere un’economia sulla quale non pesi
l’embargo che ha creato gravissime difficoltà alla sopravvivenza di questa Nazione
per oltre 50 anni …