Aperto in Messico l'Incontro continentale americano di Azione Cattolica
“Vita, pane, pace, libertà. Laici di Azione Cattolica nella città per un mondo più
umano” è il tema del VI Incontro continentale americano di Azione Cattolica, iniziato
ieri a Città del Messico. Tra gli obiettivi, il confronto sulle esperienze maturate
nei Paesi americani, con un occhio attento al mondo giovanile. Davide Dionisi
ha chiesto a mons. Domenico Sigalini, vescovo di Palestrina e assistente generale
dell’Azione Cattolica italiana e del Fiac (Forum internazionale di Azione Cattolica),
quali sono gli strumenti che i laici di Ac intendono utilizzare per portare a termine
questa importante missione? R. - Il suo
strumento principale, che non è uno strumento ma una scelta di vita, è la collaborazione
con la comunità cristiana, con la sua gerarchia e con tutta la realtà concreta della
vita del luogo. Il secondo è il modello tipico del laico che interviene nel mondo
e quindi si fa una lettura seria della realtà da un punto di vista che è quello della
centralità della persona umana e dell’annuncio del Vangelo e che, dopo questa lettura,
interviene - aiutati dai documenti della Chiesa, aiutati dall’ispirazione del Vangelo
- ad offrire spunti di riflessione anzitutto, ma anche attività concrete ed impegni
precisi dei laici sia all’interno della Chiesa che - ed è quello che in realtà interessa
di più all’Azione Cattolica - nelle realtà sociali.
D. - Si parte dal
Documento di Aparecida per questo nuovo piano di umanizzazione del mondo. Quali sono
i passi che intendete valorizzare del contributo del Celam?
R. - Noi
intendiamo prendere soprattutto quattro parole, che sono “la vita”, “il pane”, “la
pace” e “la libertà”. Si tratta di entrare in un mondo che è in realtà pieno di contraddizioni:
il problema della vita è un problema assolutamente centrale, perché a seconda di come
la si coglie, la si accoglie, la si pensa, la si serve, ne deriva tutto un modo di
gestire i rapporti tra le persone, l’economia e lo stesso rispetto della natura. Il
pane è veramente il grande problema di molti latinoamericani. La pace è sempre uno
dei grandi temi che fanno parte dell’esperienza cristiana, perché è un grande dono
di Dio ed è un grande compito dell’uomo. Infine, la libertà: libertà intesa come capacità
di fare scelte belle e profonde, di grande valore e quindi porta alla scelta del bene.
D. - A maggio a Cracovia ben 130 rappresentanti delle associazioni
di Azione Cattolica di 13 Paesi europei si sono confrontati sullo stesso tema. Che
cosa riproporrete di quell’esperienza?
R. - La necessità di ridefinire
la propria identità cristiana di laici all’interno della Chiesa. Questo è sempre un
tema che non possiamo trascurare: se il laico non viene sostenuto nella sua identità
di cristiano, di fedele, di credente, di innamorato di Cristo, di amante della Chiesa,
di persona che sa condividere con gli altri l’esperienza della fede e che sa impegnarsi
non arriviamo molto lontano! E questo perché creiamo probabilmente soltanto degli
esecutori. Qui non si tratta di portare degli esecutori dentro queste tematiche, ma
si tratta di aiutare a far esplodere quei doni che Dio ha dato ai laici proprio dentro
la vita, partendo da questo modello aggregativo che la Chiesa ha sempre amato e ha
sempre sostenuto anche con il Concilio Ecumenico Vaticano II.