Usa: sostegno della Chiesa per le donne che hanno fatto ricorso all'aborto
“Non vi lasciate prendere dallo scoraggiamento e non abbandonate la speranza”, diceva
Giovanni Paolo II nell'Enciclica "Evangelium vitae", rivolgendosi alle donne che
avevano fatto ricorso all'aborto. “A questo stesso Padre ed alla sua misericordia
voi potete affidare con speranza il vostro bambino”, scriveva il Pontefice in questo
testo che oggi, a 15 anni di distanza, ha un'attualità ancor maggiore. “Aiutate dal
consiglio e dalla vicinanza di persone amiche e competenti, potrete essere con la
vostra sofferta testimonianza tra i più eloquenti difensori del diritto di tutti alla
vita”, esortava. Per riconciliare un "lutto" che spesso resta nascosto per anni, è
nato negli Stati Uniti un programma chiamato Rachel's Vineyard (La Vigna di Rachele),
che attraverso riunioni, accompagnamento e ritiri spirituali, cerca di aiutare le
donne che hanno abortito e le persone che si sono viste coinvolte in eventi di questo
tipo (partner, medici o genitori) a elaborarne il lutto e a curare la ferita provocata
da questa decisione. Il nome “La Vigna di Rachele” deriva dalla citazione di Geremia
(31, 15- 17) che parla del lamento di Rachele e del dolore che elabora dopo che i
suoi figli sono morti in guerra. Il programma è oggi presente in più di 20 Paesi.
Dal 23 al 25 luglio si realizzerà un ritiro a Bologna. L'iniziativa - riferisce l'agenzia
Zenit - è nata negli Stati Uniti nel 1984. Dal 1975 i vescovi statunitensi hanno avviato
un programma pastorale a favore della vita, dopo che l'aborto era stato legalizzato
(gennaio 1973). Hanno detto: “Vogliamo sviluppare iniziative per accompagnare le donne
cattoliche, le coppie, visto che ora l'aborto è legale e la gente pensa che forse
va bene”. Hanno capito che queste donne avevano bisogno di un invito visibile e concreto
per riconciliarsi. La fondatrice si chiama Vicki Thorn e viene dall'arcidiocesi di
Milwaukee, nel Wisconsin. Fin dall'inizio i vescovi statunitensi hanno sostenuto fortemente
questa iniziativa perché ne hanno visto i frutti nelle parrocchie, dove queste donne
si sono convertite e si sono impegnate molto nell'essere testimoni per altre donne.
(R.P.)