2010-07-08 14:29:29

Sudafrica: le Chiese si mobilitano su possibili attacchi xenofobi dopo la fine dei Mondiali


Con l’avvicinarsi dell’ormai imminente finale della Coppa del mondo di calcio in Sudafrica cresce il timore che la fine della competizione possa segnare l’inizio di una nuova ondata di violenze xenofobe contro le comunità immigrate che vivono nel Paese. La questione è stata sollevata nei giorni scorsi in un incontro di una delegazione di leader religiosi sudafricani con il Presidente Jacob Zuma. A guidare la delegazione mons. Buti Tahagale, arcivescovo di Johannesburg, nonché presidente della Conferenza episcopale sudafricana. “Siamo certi che i servizi di sicurezza interverranno tempestivamente nel caso dovessero verificarsi violenze”, ha dichiarato all’agenzia Cns il portavoce dell’episcopato padre Chris Townsend. “Si tratta di voci e speriamo che si rivelino false”. Intanto la Chiesa si sta mobilitando per prepararsi a questa eventualità. Tra le varie iniziative vi è quella del dipartimento della Giustizia e della Pace della Conferenza episcopale che sta organizzando una serie di incontri nelle diocesi su come rispondere alla xenofobia. “Dobbiamo capire chi c’è dietro a queste minacce e coinvolgere la polizia”, ha detto il responsabile di Giustizia e Pace padre Mike Deeb , esprimendo l’auspicio che i recenti Mondiali della Pace promossi nelle parrocchie sudafricane dalla Caritas in concomitanza con la Coppa del mondo abbiano contribuito a favorire un clima di maggiore tolleranza tra le varie comunità. Un ruolo in questo senso è stato svolto dagli stessi Mondiali. Secondo padre Thulani Manan, parroco a Soweto, essi sono stati stato un importante “fattore di unità nazionale”. Un giudizio condiviso dal quotidiano cattolico “The Southern Cross”. Per il cardinale Wilfrid Napier, arcivescovo di Durban, anche la sconfitta del Sudafrica e l’arrivo del Ghana ai quarti di finale ha avuto un effetto salutare sul Paese: “Credo che abbia allontanato i sudafricani dalla tentazione del nazionalismo, aiutandoli a vedere le partite come una competizione africana e non solo sudafricana”, ha detto il porporato al quotidiano. Dal 2008 in Sudafrica più di 60 persone sono rimaste uccise e 30mila costrette a fuggire da attacchi xenofobi. All’origine dell’escalation l’accresciuta presenza di immigrati, soprattutto dal vicino Zimbabwe, che sono anche le principali vittime. Si calcola che siano 10milioni le persone immigrate nel Paese dalla fine dell’ apartheid nel 1994. (A cura di Lisa Zengarini)








All the contents on this site are copyrighted ©.