2010-07-08 14:28:40

Argentina: vescovi e associazioni familiari contro la legge sui matrimoni gay


Solidarietà ai senatori argentini che hanno votato contro la proposta di legalizzare le unioni fra persone dello stesso sesso. Questo l’obiettivo della marcia verso la sede del Congresso di Buenos Aires che numerose organizzazioni familiari locali hanno indetto per il prossimo 13 luglio. Il progetto di legge, approvato in prima lettura alla Camera, martedì scorso presso la Commissione per la legislazione generale dell’alta Camera, è stato bocciato con 9 voti contro e 6 a favore. Il dibattito nella plenaria del parlamento potrebbe partire il 14 luglio con due pareri contraddittori che rendono incerto l’esito finale. Secondo la stampa locale si potrebbe far strada un’ipotesi legislativa diversa, che, in nome di un compromesso, potrebbe portare consensi sull’idea di una “unione civile ma senza possibilità di adozione”. Una proposta alternativa, dunque, che ha già raccolto il favore di buona parte dei parlamentari contrari al cosiddetto “matrimonio” fra persone dello stesso sesso. I sostenitori di questo tipo di “matrimonio” ripongono le loro ultime speranza nella possibilità di raccogliere una quantità sufficiente di voti per annullare il verdetto della Commissione del Senato, cosa che però non sembra facile. La Chiesa cattolica argentina, a più riprese, negli ultimi mesi, ha espresso chiaramente la sua posizione sottolineando soprattutto la non-naturalità antropologica e giuridica, ma anche sociale ed esistenziale, del cosiddetto “matrimonio gay”. Secondo i presuli argentini - si legge nei loro documenti - “l’unione di persone dello stesso sesso non possiede elementi biologici e antropologici che sono propri del matrimonio e della famiglia”. In questo tipo di unione – proseguono - “manca la dimensione coniugale e l’apertura alla trasmissione della vita”. Il matrimonio e la famiglia, invece, si fondano proprio su questi elementi e perciò - osservano - si costituiscono in “focolare per le nuove generazioni”. “Sin dal concepimento – aggiungono - i bambini hanno il diritto inalienabile a svilupparsi nel grembo delle loro mamme e a crescere nell’ambito naturale del matrimonio”. I vescovi argentini ribadiscono poi che “spetta alle autorità politiche tutelare il matrimonio tra un uomo e donna con delle leggi che assicurino la sua funzione insostituibile e il suo contributo al bene comune della società”. Per tutte queste ragioni i vescovi locali ribadiscono che, in caso di riconoscimento legale del matrimonio fra persone dello stesso sesso, “lo Stato commetterebbe un errore” alterando “i principi della legge naturale e dell’ordinamento pubblico della società argentina”. (L.B.)








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