In Kenya fa discutere la legge che prevede aumenti per gli stipendi dei deputati
In Kenya è sempre più acceso il dibattito su una controversa legge che prevede l’aumento
degli stipendi dei deputati del 18%. Il presidente Emilio Mwai Kibaki potrebbe essere
spinto dalle critiche e dalle proteste di questi giorni a non promulgare il testo
e a rinviarlo in Parlamento. Secondo Michael O’Maera - direttore a Nairobi dell’agenzia
di stampa “Catholic Information Service for Africa” - la legge si scontra con la realtà
di un Paese che sta ancora affrontando le conseguenze della crisi economica internazionale.
C’è poi la dolorosa eredità delle violenze che hanno scosso il Kenya dopo le elezioni
legislative e presidenziali del dicembre 2007. Nella regione occidentale della Rift
Valley, sono ancora migliaia gli sfollati. “Il governo – aggiunge Michael O’Maera
– sostiene che non ci sono fondi per dare loro una sistemazione e dimentica che i
deputati del Kenya sono già tra i più pagati al mondo”. Anche la Chiesa – ricorda
l’agenzia Misna – si è espressa sulla controversa legge. L’arcivescovo di Nairobi,
cardinale John Njue, ha affermato che i parlamentari devono rinunciare agli aumenti
e impegnarsi per il bene comune e i più deboli. Netta anche la condanna della principale
confederazione dei sindacati, la “Central Organization of Trade Unions” (Cotu), che
minaccia uno sciopero nazionale di cinque giorni se la legge sarà promulgata. Con
gli aumenti previsti dalla legge, i deputati percepirebbero al netto delle tasse fino
all’equivalente di 100.000 euro l’anno. (A.L.)