Denuncia di Amnesty: donne senza sicurezza e dignità negli "slums" di Nairobi
Negli slum di Nairobi, la paura di essere aggredite rende le donne prigioniere nelle
loro case. Per il timore di subire violenze rinunciano spesso ad uscire dalle loro
case anche per recarsi ai servizi igienici e ai bagni pubblici. E’ quanto denuncia
Amnesty International nel rapporto intitolato “Sicurezza e dignità negate: la vita
delle donne negli insediamenti abitativi precari di Nairobi”. Nel dossier si sottolinea
come il mancato inserimento di queste aree nei progetti e nei finanziamenti di sviluppo
urbano abbia significato un accesso inadeguato ai servizi igienici. “Il fatto che
non siano in grado neanche di accedere ai pochi servizi pubblici esistenti - dichiara
Godfrey Odongo, ricercatore di Amnesty International per l’Africa orientale – espone
le donne anche al rischio di malattie”. La situazione è aggravata dall’assenza di
forze di polizia e dagli elevati costi sanitari. I bagni pubblici in questi insediamenti
precari sono scarsi e molto lontani. Secondo fonti ufficiali, solo il 24% degli abitanti
degli insediamenti informali di Nairobi ha accesso a servizi igienici in casa. Amnesty
International chiede al governo del Kenya di rendere più vincolanti le norme che impongono
di costruire servizi igienici e bagni negli insediamenti, anche attraverso contributi
economici a chi non è in grado di sostenerne i costi. Il governo – aggiunge Amnesty
- deve inoltre adottare misure immediate per migliorare la sicurezza, l’illuminazione
e le attività di polizia e garantire che le autorità competenti agiscano in modo coordinato
per migliorare la fornitura di acqua e di servizi igienici negli insediamenti. Il
rapporto ‘Sicurezza e dignità negate’ è disponibile in inglese all’indirizzo: http://www.amnesty.it/Kenya-donne-prigioniere-nelle-loro-case
(A.L.)