Algeria. L'ordinazione del primo sacerdote agostiniano ad Annaba e il ricordo dei
monaci uccisi nel '96 a Thibirine testimonianze della Chiesa di oggi in un Paese musulmano
3 luglio 2010 La realtà e il mistero di tutta la nostra Chiesa sono spiegati dall’ordinazione
di un sacerdote: ha parlato così mons. Paul Desfarges ai fedeli della sua diocesi
– quella di Costantina-Ippona, in Algeria – attraverso le pagine del numero di maggio-giugno
del bimestrale “L’ècho du diocèse de Constantine et d’Hippone”, commentando la recente
imposizione delle sue mani ad Annaba sul capo di padre Jose Manuel Vizcarra Gamero,
il primo prete agostiniano ordinato nella basilica di Sant’Agostino. “È una grazia
per la nostra Chiesa ordinare un sacerdote ad Ippona, nella nostra cara terra d’Algeria
– ha detto il presule nell’omelia pronunciata il 12 giugno, giorno dell’ordinazione
di padre Vizcarra Gamero, e pubblicata sul bimestrale della diocesi – il sacerdote
è colui che rende presente Cristo in persona. Ma ricevendo la vita di Cristo … tutti
insieme, nella Chiesa, diveniamo sua presenza sacramentale e mistica per tutto il
nostro popolo. L’avventura di Sant’Agostino continua. I figli di Sant’Agostino … continuano
l’avventura di Sant’Agostino nel nostro caro Paese”. Al neo sacerdote il presule ha
rivelato che l’Algeria potrà fargli sperimentare la fecondità dell’amicizia e che
la fecondità della vita di un apostolo è frutto dell’unione intima con Dio. Nel suo
editoriale, il vescovo di Costantina-Ippona ha evidenziato che nella diocesi hanno
caratterizzato questi ultimi mesi due belle testimonianze: quella appunto di padre
Vizcarra Gamero, peruviano, che ha lascito il suo Paese per vivere la sua missione
in Algeria, e quella dei 7 monaci trappisti di Thibirine, uccisi nel ‘96, portata
alla ribalta nel giorno di Pentecoste, nell’anniversario della scoperta del testamento
di frate Christian Chergé, il priore della comunità trappista, dal Festival di Cannes.
La kermesse cinematografica ha attribuito il Gran Premio della Giuria e il Premio
della Giuria Ecumenica al film “Des hommes et des dieux”, la pellicola che racconta
la vita quotidiana di amore e preghiera proprio dei monaci di Thibirine. Delle attività
nella diocesi, il bimestrale presenta le giornate diocesane di aprile, sul tema “Fare
Chiesa nell’oggi di un popolo”, nel corso delle quali hanno condiviso le loro testimonianze
un algerino cristiano, una religiosa dello Sri Lanka, una sposa algerina e uno studente
africano. I partecipanti alle giornate hanno riflettuto su cosa fondare la comunione
nell’oggi di un popolo in piena mutazione, sulla ragione della presenza della Chiesa
in una terra musulmana come l’Algeria, sulle diversità che caratterizzano la società
algerina e sui rapporti della Chiesa con il popolo algerino. La conclusione emersa
dalle giornate diocesane è che fare Chiesa significa far sì che ciascuno possa giocare
la propria parte gustando quella degli altri, e ancora che i cristiani in Algeria
non formano un’isola, protetta dalle tensioni che possono dividere la Chiesa universale,
dunque non sono dispensati dal costruire ponti. Negli incontri svoltisi nei diversi
settori della diocesi, invece, oltre che delle esperienze di vita tra i musulmani,
si è discusso dei mali dell’Africa, quali l’Aids e la corruzione, e della realtà europea
in relazione a quella del nordafrica. Infine, un particolare spazio ha avuto nelle
pagine del periodico della diocesi di Costantina-Ippona l’incontro dei giovani di
diverse nazionalità studenti in Algeria che si è svolto a maggio a Costantina. Vi
hanno preso parte ugandesi, congolesi, burundesi, camerunensi e tanzaniani che hanno
condiviso momenti di preghiera in una giornata all’insegna dell’amicizia. (T.C.)