Parlamento europeo: associazione spagnola invoca la difesa della libertà d'istruzione
Una delegazione dell'associazione spagnola, “Professionisti per l'Etica”, guidata
dal suo presidente, Jaime Urcelay, ha presentato la scorsa settimana presso la sede
del Parlamento europeo a Bruxelles il rapporto elaborato dall'associazione dal titolo
“La versione spagnola di Educazione alla cittadinanza: un'aggressione alla libertà
d'istruzione in Europa”, in cui spiega la dimensione europea del conflitto che interessa
migliaia di famiglie spagnole. Lo ha reso noto l’associazione all’agenzia Zenit. Secondo
quanto ha affermato Urcelay di fronte a una cinquantina di eurodeputati del Gruppo
popolare europeo (maggioritario in Parlamento), “facendosi scudo della Raccomandazione
12/2002 del Consiglio d'Europa e di altre direttive europee, il governo spagnolo ha
inserito nel 2006, senza il consenso auspicabile, un insieme di materie scolastiche
che formano un'area curricolare, obbligatoria e valutabile, chiamata Educazione alla
cittadinanza” (Epc). “Anche se la denominazione delle nuove materie scolastiche spagnole
può coincidere con quella delle materie esistenti in altri Paesi europei – ha spiegato
Urcelay –, le differenze sono notevoli. In Spagna, le materie di EpC sono obbligatorie
e valutabili e sono espressamente destinate (secondo quanto riconosce il curriculum
legale) a formare la coscienza morale degli alunni, introducendosi nei loro valori
e nell'intimità personale e familiare”. Dal canto suo, Leonor Tamayo, coordinatrice
della Campagna di obiezione all'EpC, ha ricordato che i genitori spagnoli hanno presentato,
negli ultimi tre anni, 55.000 dichiarazioni di obiezione di coscienza a queste materie,
rifiutando che i propri figli assistano alle lezioni corrispondenti. “Il conflitto
– ha affermato la Tamayo – ha dato luogo a oltre 2.000 procedimenti giudiziari che
non si sono fermati anche se il Tribunale supremo (in una votazione molto controversa)
ha negato ai genitori la possibilità di obiettare a queste materie. Il 19 marzo scorso,
305 spagnoli hanno presentato ricorso contro lo Stato presso il Tribunale europeo
dei diritti umani a Strasburgo per lesione dei diritti fondamentali. Il ricorso include
105 casi di minori che vengono assillati per aver obiettato a qualcuna delle materie
dell'Epc”. Urcelay ha concluso affermando che “questa realtà consiglia una presa di
coscienza da parte delle istituzioni dell'Unione Europea e, in particolare, da parte
dei rappresentanti della cittadinanza nell'assemblea parlamentare. Il conflitto dell'Epc
ha valicato le frontiere spagnole e ha adottato una dimensione europea, visto che
sono in gioco i diritti fondamentali tutelati dalla legislazione comunitaria”. Per
questo motivo, Urcelay ha annunciato la creazione della Rete europea per la Libertà
d'istruzione, un'iniziativa promossa da “Professionisti per l'etica” per incoraggiare
lo scambio d’informazioni ed esperienze e il coordinamento di azioni tra le entità
europee che difendono la libertà dei genitori di educare i propri figli. In rappresentanza
degli eurodeputati presenti alla riunione è intervenuto Jaime Mayor Oreja, vicepresidente
del Gruppo popolare europeo, che ha ringraziato l'associazione per lo sforzo di essersi
recata a Bruxelles per presentare questo lavoro. (C.F.)