Indonesia: la Chiesa chiede di fermare la violenza degli islamisti
“Non abbiamo notizie di pericoli imminenti o violenze sui cristiani. I gruppi islamisti
di Bekasi hanno lanciato per ora un avvertimento. Parlamentari, la società civile,
organizzazioni musulmane hanno condannato i radicali del Fpi (“Front Pembela Islam”,
Fronte islamico di difesa). C’è stato un movimento condiviso che ci conforta. La Chiesa,
accanto a tutte queste organizzazioni, chiede al governo di fermarli e di difendere
con chiarezza una cultura del rispetto della dignità umana, dei diritti e delle libertà
fondamentali, tutelate dalla Costituzione indonesiana”: è quanto dichiara in un colloquio
con l’agenzia Fides padre Benny Suseyto, Segretario esecutivo della Commissione per
l’ecumenismo e gli affari interreligiosi, in seno alla Conferenza episcopale dell’Indonesia.
Il Fpi, di recente, ha creato speciali “corpi di guardia” per segnalare e fermare
le supposte “conversioni di massa” organizzate dai cristiani. Nella città di Bekasi
circolano gruppi di militanti vestiti in uniformi delle arti marziali, guardati con
preoccupazione dai cristiani. Padre Benny ricorda a Fides che “il Fpi è un gruppo
minoritario, che tenta di alimentare la tensione e l’odio interreligioso, manipolando
la popolazione. Il vero islam indonesiano è quello moderato. Le grandi organizzazioni
musulmane come ‘Nadhlatul Ulama’ (60 milioni di aderenti) e ‘Muhammadiyah’ (40 milioni)
hanno sempre mostrato un volto dialogante e pacifico. Con loro difendiamo l’idea di
una nazione ispirata ai cinque principi del Pancasila e al rispetto reciproco fra
tutte le comunità religiose”. Secondo il sacerdote, alle radici della questione, di
cui spesso fanno le spese anche i cattolici, “vi sono tensioni con alcuni gruppi di
predicatori cristiani, spesso non identificabili con nessuna Chiesa, che creano problemi
con il loro proselitismo esasperato”. Sull’operato e la libertà dei radicali del Fpi,
il Segretario nota che “esiste un problema interno alla polizia, dove ci sono esponenti
che appoggiano il Fpi. Inoltre non mancano le protezioni politiche”. La Commissione
nazionale per i diritti umani – organismo statale – ha detto pubblicamente che in
alcuni recenti incidenti in cui è stato coinvolto il Fpi (i facinorosi hanno bloccato
un meeting fra parlamentari) la polizia è stata “negligente”. (R.P.)