2010-07-06 14:56:34

Domani, il Papa benedirà la statua di Sant'Annibale di Francia situata in una delle nicchie esterne della Basilica vaticana


Domani il Santo Padre Benedetto XVI alle 10.15, prima dell’udienza generale, benedirà la statua di Sant’Annibale Maria Di Francia, dello scultore romano Giuseppe Ducrot, posta nella prima nicchia esterna della Basilica di San Pietro, vicino all’Arco delle Campane. Seguirà una concelebrazione eucaristica all’altare della Cattedra, presieduta dal cardinale segretario di Stato, Tarcisio Bertone, alla presenza di una folta rappresentanza di Rogazionisti e di Figlie del Divino Zelo, di cui Sant’Annibale Di Francia è fondatore. Sull’evento padre Vito Magno ha chiesto al superiore generale dei Rogazionisti, padre Giorgio Nalin, quali sono le caratteristiche della statua:RealAudioMP3  
R. – E’ una statua sobria, classicheggiante, che ben si inquadra nella struttura architettonica della basilica. Padre Annibale è rappresentato con in mano il libro del Vangelo, aperto alla pagina del rogante.

D. – Perché merita una statua, Sant’Annibale di Francia, a San Pietro?

R. – Anzitutto, è schierato nelle nicchie dove ci sono diversi Santi fondatori, perché anch’egli ha fondato due Congregazioni religiose. Poi, è stato, come lo ha definito il Papa nella canonizzazione, un maestro della pastorale vocazionale che ha indicato nella preghiera il segreto per un’autentica pastorale vocazionale. Ha poi insegnato anche a farsi vocazione, quindi in risposta alla chiamata di Dio e ha insegnato ai suoi discepoli e alle sue discepole ad essere attenti, soprattutto nella carità verso i piccoli e i poveri.

D. – E’ importante, dunque, questo monumento per i Rogazionisti e le Figlie del Divino Zelo...

R. – Certamente, avere nel cuore della cristianità l’immagine del fondatore è un grande dono che è fatto alla nostra opera. In qualche modo, è anche un segno del grande affetto che padre Annibale ha sempre avuto per il Santo Padre e questo affetto e questa devozione li ha insegnati anche ai suoi figli. Poi, in qualche modo, è anche un’immagine di una tipologia particolare di santità, che è quella che lui ha espresso durante la sua vita. E diremmo che la statua è un po’ un’icona del rogante, che adesso si trova al centro della cristianità.

D. – Ma che sviluppo stanno avendo le opere del Di Francia?

R. – Oggi, si stanno allargando un po’ in tutti i continenti, sia da parte dei Rogazionisti che delle Figlie del Divino Zelo. L’incremento maggiore avviene nei Paesi del Terzo Mondo, nei Paesi dell’Oriente, dove i Rogazionisti e le Figlie del Divino Zelo sono presenti con attività pastorali, vocazionali, in maniera particolare nell’editoria, nella diffusione della pastorale fondata sulla preghiera e in moltissime opere di carità, in scuole, in attività per ragazzi in difficoltà, in attività missionarie vere e proprie.

D. – Il Capitolo dei Rogazionisti è appena iniziato: su quale argomento soprattutto si soffermerà?

R. – Sul rinnovamento della sua norma di vita. Il Capitolo precedente aveva dato compito alla Congregazione di rivedere insieme, con la collaborazione di tutti i confratelli, la regola di vita della Congregazione. Il lavoro svolto in questi anni verrà esaminato, approvato, modificato durante questo Capitolo. (Montaggio a cura di Maria Brigini)







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