Nel Kerala un professore cristiano aggredito e mutilato da estremisti islamici
A Kerala – all’estremità sud-occidentale dell’India – un gruppo di estremisti ha reciso
la mano e parte del braccio destro di un professore universitario, accusato di blasfemia
in quanto avrebbe inserito, in un questionario preparato lo scorso marzo per gli esami,
delle domande offensive verso Maometto. L’esecuzione – riferisce l’agenzia Asianews
– è avvenuta ieri mattina a Muvattupuzha, nel distretto di Ernakulam, nel Kerala.
Sajan K. George, presidente del Consiglio globale dei cristiani indiani (Gcoi), ha
definito il gesto un “atto barbaro”, a cui rispondere garantendo giustizia, senza
farsi intimidire dalle minacce dei militanti islamici del Kerala, e ricordando che
“la Sharia non è la legge dell’India”. Altra condanna è stata espressa dal ministro
dell’educazione, M. A. Baby, che ha manifestato “il suo dispiacere perché alcuni hanno
trasformato il questionario degli esami in un problema di scontro interreligioso”.
Le stesse organizzazioni nazionali musulmane hanno preso distanza da questi atti di
pura violenza e chiedono una reazione decisa contro i colpevoli. L’estremismo islamico
è in crescita nel Kerala e agisce anche in diverse scuole che sono costrette a subire
pressioni anche sull’uso del velo. Dalla ricostruzione della polizia è emerso che
la vittima – di ritorno dalla messa domenicale con la sua famiglia – sarebbe stata
attaccata con coltelli e spade da un gruppo di persone, che l’ha costretto ad uscire
dall’auto per recidergli la mano e parte del braccio destro “gettandoli lontano a
circa 200 metri”. Portato d’urgenza in ospedale, i chirurghi si sono trovati di fronte
a ferite profonde anche su altre parti del corpo, su cui agire con diversi interventi
di ricostruzione. Alcuni dei fermati dalla polizia sono attivisti appartenenti al
“Fronte popolare dell’India”, un gruppo musulmano di destra ben radicato a Kerala.
Il progetto di questi militanti islamici è provocare pacifiche comunità cristiane
per scatenare una guerra civile. “Il rapido incremento della popolazione musulmana
e la loro influenza nelle elezioni fa crescere problemi di sicurezza per i cristiani
in tutto il Paese”, riferisce ad Asianews il presidente del Gcoi. (C.F.)