Myanmar: la neo diocesi di Kalay in prima linea nella difesa dell’etnia Chin
Aiutare l’etnia Chin, a maggioranza cristiana, affinché riesca a sopravvivere in Myanmar,
senza essere costretta ad emigrare: è questo uno dei punti-chiave della pastorale
di mons. Lian Khen Thang, vescovo della nuova diocesi di Kaly, eretta nel Paese asiatico
il 22 maggio scorso. Risultato del territorio dismembrato della diocesi di Hakha,
la nuova giurisdizione ecclesiastica è suffraganea della sede metropolitana di Mandalay.
Situata nel nord-ovest del Myanmar, quasi al confine con l’India, la neo diocesi comprende
gran parte del territorio Chin. Ma ora questa etnia sta abbandonando i villaggi d’origine
per tentare di guadagnarsi una nuova vita all’estero. “Oggi, la nostra sfida è l’emigrazione”,
ha detto mons. Thang, anch’egli di etnia Chin, annunciando l’intenzione di lanciare
dei progetti educativi per la popolazione, in modo da dare ai cattolici la possibilità
di approfondire la fede. Nei giorni scorsi, inoltre, mons. Thang ha presieduto una
Messa solenne per celebrare l’erezione della nuova diocesi: la celebrazione si è svolta
nella Chiesa di Santa Maria di Kalay, divenuta cattedrale, alla presenza di 2mila
cattolici e numerosi esponenti di altre confessioni cristiane. Nel corso della Messa,
mons. Thang ha ordinato cinque nuovi sacerdoti. Bisogna ricordare che il regime militare
birmano è responsabile di abusi sistematici contro l’etnia Chin, vittima di lavori
forzati, torture e persecuzioni a sfondo confessionale. La denuncia è arrivata ultimamente
dall’organizzazione per i diritti umani “Human Rights Watch” che tra il 2005 ed il
2008 ha intervistato 140 esponenti di questa minoranza etnica, riparatisi all’estero.
Infine, qualche dato statistico sulla diocesi di Kalay: i fedeli sono circa 49mila,
suddivisi in 20 parrocchie; i sacerdoti sono 26, i religiosi 84, i seminaristi 29
e i catechisti 120. (I.P.)