Giovanni Paolo II ai nuovi ambasciatori di Guinea, Rwanda, Zimbabwe, Azerbaijan, Malta,
Nuova Zelanda e Svizzera: vi invito a promuovere rapporti umani fraterni!
CITTA' DEL VATICANO, 16 GIUGNO 2005 (a cura del VIS - Servizio di Informazione
Vaticano)
Questa mattina il Santo Padre Benedetto XVI ha ricevuto sette nuovi
Ambasciatori presso la Santa Sede, in occasione della presentazione delle Lettere
Credenziali, fra i quali il primo Rappresentante presso la Santa Sede della Repubblica
dell'Azerbaijan. Al termine dell'indirizzo di benvenuto pronunciato in lingua francese,
il Papa ha consegnato ad ogni singolo Ambasciatore un messaggio scritto relativo alla
situazione civile e religiosa specifica del Paese rappresentato.
(Per il discorso
integrale rivolto singolarmente all'ambasciatore del Rwanda vedi la versione originale
pubblicata in francese; per il discorso integrale rivolto singolarmente all'ambasciatore
dello Zimbabwe vedi la versione originale pubblicata in inglese)
I nuovi
Ambasciatori sono: il Signor Elchin Oktyabar Oglu Amirbayov, Ambasciatore della Repubblica
dell'Azerbaijan; il Signor El Hadj Aboubacar Dione, Ambasciatore della Guinea; il
Signor Antonio Ganado, Ambasciatore di Malta; il Signor Geoffrey Kenyon Ward, Ambasciatore
della Nuova Zelanda; il Signor Joseph Bonesha, Ambasciatore del Rwanda; il Signor
Jean-François Kammer, Ambasciatore della Svizzera ed il Signor David Douglas Hamadziripi,
Ambasciatore dello Zimbabwe.
Il Santo Padre ha detto di voler salutare, attraverso
i diplomatici, i popoli che essi rappresentano ed ha detto: "Ripeto agli uomini e
alle donne dei vostri Paesi che sono loro vicino e prego per loro. Li invito ad impegnarsi
per promuovere rapporti umani fraterni, rivolti con attenzione rinnovata a tutti,
in particolare ai più poveri ed emarginati".
"In questo senso" - ha proseguito
il Pontefice - "il nostro mondo deve affrontare numerose sfide che deve superare affinché
l'uomo ristabilisca il suo primato sulla tecnologia, e il giusto destino dei popoli
costituisca la preoccupazione primaria di coloro che hanno accettato l'amministrazione
della cosa pubblica, non per se stessi, ma per il bene comune. Il nostro cuore non
potrà essere in pace fintanto che continueremo a vedere i nostri fratelli soffrire,
per mancanza di nutrimento, di lavoro, di casa e di altri beni fondamentali".
"Per dare una risposta concreta all'appello lanciato dai nostri fratelli e sorelle"
- ha sottolineato Papa Benedetto XVI - "dobbiamo affrontare la sfida più importante:
quella della solidarietà fra le generazioni, della solidarietà fra paesi e continenti,
per una condivisione più equa delle ricchezze del pianeta fra tutti gli uomini. È
uno dei servizi essenziali che gli uomini di buona volontà devono rendere all'umanità.
La terra ha infatti la capacità di nutrire tutti i suoi abitanti, a condizione che
i paesi ricchi non tengano per sé ciò che appartiene a tutti".
"La Chiesa"
- ha concluso Papa Benedetto - "non cesserà di ricordare che tutti gli uomini devono
adoperarsi per promuovere una fraternità fatta di gesti concreti, a livello individuale
e a livello dei governi e delle istituzioni internazionali. (...) La Chiesa continuerà
a soccorrere le popolazioni di tutti i continenti, con il sostegno delle comunità
locali e di tutti gli uomini di buona volontà, in particolare nel campo dell'educazione,
della salute e dei beni fondamentali".