Giovanni Paolo II ai nuovi ambasciatori di Bangladesh, Gibuti, Finlandia, Eritrea,
Georgia, Lesotho, Rwanda, Isola Maurizio e Mali: ciascuna questione particolare deve
sempre poter avere soluzioni negoziate e mai prevalere sul rispetto delle persone
e dei popoli
Giovedì 6 dicembre 2001
DISCORSO DEL SANTO PADRE AI NUOVI AMBASCIATORI IN OCCASIONE
DELLA PRESENTAZIONE COLLETTIVA DELLE LETTERE CREDENZIALI
(Per i discorsi integrali
rivolti singolarmente agli ambasciatori delle Isole Maurizio e di Gibuti vedi le versioni
originali pubblicate in francese)
I nuovi Ambasciatori sono: Signor Toufiq
Ali, Ambasciatore del Bangladesh; Signor Barkat Gourad Hamadou, Ambasciatore di Gibuti;
Signor Antti Hynninen, Ambasciatore di Finlandia; Signor Zemede Tekle Woldetatios,
Ambasciatore di Eritrea; Signor Amiran Kavadze, Ambasciatore di Georgia; Signor Seymour
Rehaulele Kikine, Ambasciatore del Lesotho; Signora Christine Nyinawumwami Umutoni,
Ambasciatrice del Rwanda; Signor Mohunlall Goburdhun, Ambasciatore di Maurizio; Signor
Moussa Coulibaly, Ambasciatore del Malì e Signor Hans Rudolf Hoffman, Ambasciatore
della Confederazione Elvetica.
Eccellenze,
1. Sono lieto di ricevervi
in questo giorno e di porgervi il benvenuto mentre presentate le Lettere che vi accreditano
presso la Sede Apostolica come Ambasciatori straordinari e plenipotenziari dei vostri
Paesi: il Bangladesh, il Gibuti, la Finlandia, l'Eritrea, la Georgia, il Lesotho,
il Rwanda, l'Isola Maurizio, il Mali. Saluto anche il nuovo Ambasciatore della Svizzera
in Missione speciale. Vi sarei grato se poteste esprimere ai vostri rispettivi Capi
di Stato la mia gratitudine per i messaggi a me rivolti di cui siete forieri, trasmettendo
loro i miei saluti cordiali e deferenti, come pure i miei voti ferventi per le loro
persone e per la loro missione al servizio di tutti i concittadini. Permettetemi anche
di cogliere questa opportunità per salutare attraverso di voi le Autorità dei vostri
Paesi e l'insieme dei vostri concittadini. Aggiungo volentieri un'intenzione speciale
per i vostri concittadini cattolici e per i loro Pastori. Tutti si preoccupano di
apportare il proprio contributo alla concordia e alla pace.
2. I nostri contemporanei
sono oggi più che mai segnati dalla paura, che deriva al contempo dalla situazione
di instabilità che il nostro mondo vive e di incertezza del domani; molti sembrano
non poter guardare più serenamente al loro futuro, soprattutto i giovani che sono
turbati dagli eventi drammatici che il mondo degli adulti offre loro. Spetta in maniera
particolare ai Responsabili delle Nazioni e ai loro Rappresentanti nel servizio diplomatico
impegnarsi più che mai e in modo sempre più intenso, attraverso la via del dialogo
e della cooperazione internazionale, per sradicare tutto ciò che è fonte di conflitti
e di tensioni fra gruppi umani e fra Paesi. Nessuna questione particolare, che deve
sempre poter avere soluzioni negoziate, deve prevalere sul rispetto delle persone
e dei popoli.
3. La vostra missione, Signore e Signori Ambasciatori, consiste
nel servire allo stesso tempo la nobile causa del vostro Paese e la nobile causa della
pace. Sono eminenti atti di amore verso il prossimo, che devono essere compiuti con
il desiderio di contribuire al bene comune e a un'intesa migliore fra le persone e
fra i popoli. Potremo allora offrire alle generazioni che ci seguiranno una terra
dove è bello vivere. Dobbiamo costantemente ricordarci che tutte le ingiustizie che
i nostri contemporanei possono conoscere, le situazioni di povertà, la mancanza di
educazione della gioventù, sono all'origine di numerosi focolai di violenza in tutto
il mondo. La giustizia, la pace, la lotta contro la miseria e contro la mancanza di
formazione spirituale, morale e intellettuale dei giovani, sono aspetti essenziali
dell'impegno al quale invito i Dirigenti delle Nazioni, i servizi diplomatici e tutti
gli uomini di buona volontà.
4. Mentre cominciate la vostra missione presso
la Santa Sede, desidero porgervi i miei migliori auguri. Invoco di buon grado l'abbondanza
delle Benedizioni Divine su di voi e sulle vostre famiglie, sui vostri collaboratori
e sulle Nazioni che rappresentate.