Benedetto XVI inaugura la centesima fontana nella Città del Vaticano: è dedicata a
san Giuseppe
“Grazie per questo delicato e cortese pensiero!”: così Benedetto XVI inaugurando,
stamane, nei Giardini vaticani la nuova fontana, realizzata dal Governatorato, intitolata
a San Giuseppe, in omaggio al nome di battesimo del Papa. Il servizio di Roberta
Gisotti.
Si tratta
della centesima fontana, ad abbellire la Città del Vaticano, installata “in un contesto
naturale – ha sottolineato Benedetto XVI - di singolare bellezza”:
“E’
un’opera che va ad incrementare il patrimonio artistico di questo incantevole spazio
verde della Città del Vaticano, ricco di testimonianze storico-artistiche di varie
epoche.”
“Uno spazio vitale” – ha aggiunto il Santo Padre - per
i miei predecessori e anche per me, “un luogo che volentieri frequento per trascorrere
un po’ di tempo in preghiera e in serena distensione”:
“Infatti,
non solo i prati, i fiori, le piante, gli alberi, ma anche le torri, le casine, i
tempietti, le fontane, le statue e le altre costruzioni fanno di questi Giardini un
unicum affascinante”.
Dedicata al padre terreno di Gesù, una “figura
cara e vicina al cuore del Popolo di Dio e al mio cuore”, ha confidato Benedetto XVI:
“Questa
bella fontana dedicata a san Giuseppe costituisce un simbolico richiamo ai valori
della semplicità e dell’umiltà nel compiere quotidianamente la volontà di Dio, valori
che hanno contraddistinto la vita silenziosa, ma preziosa del Custode del Redentore”.
La
fontana - formata da due grandi vasche ellittiche, di sei e otto metri, digradanti
e comunicanti, con al centro una palma - è arricchita da sei formelle bronzee dell’artista
bellunese Franco Murer, dedicate ad altrettanti episodi della vita di san Giuseppe,
sui quali si è soffermato il Papa. Anzitutto lo ‘sposalizio’ tra Giuseppe e Maria,
“un evento umano, ma determinante nella storia della salvezza dell’umanità” - ha ricordato
il Papa - con “una connotazione soprannaturale” che i due sposi “accettano con umiltà
e fiducia”. Poi il primo ‘sogno’ di Giuseppe, turbato dopo aver scoperto la misteriosa
maternità di Maria, dove l’angelo gli fa comprendere ciò che avviene per opera dello
Spirito Santo:
“Affidarsi a Dio non significa attuare tutto chiaro
secondo i nostri criteri, non significa realizzare ciò che noi abbiamo progettato;
affidarsi a Dio vuol dire svuotarsi di sé, rinunciare a se stessi, perché solo chi
accetta di perdersi per Dio può essere 'giusto' come san Giuseppe, può conformare,
cioè, la propria volontà a quella di Dio e così realizzarsi”.
Quindi
la ‘natività’, la ‘fuga in Egitto’, il ritrovamento di Gesù nel tempio, il lavoro
di Giuseppe nell’officina di Nazareth, completano la narrazione tratta dai Vangeli
di Matteo e Luca.
Benedetto XVI ha ringraziato tutti
quanti hanno partecipato a realizzare la nuova fontana, riservando “un pensiero speciale
ai coniugi Hintze e al signor Castrignano di Londra, che hanno finanziato l’opera,
insieme anche alle Suore del monastero di san Giuseppe di Kyoto e a vari enti pubblici
e privati del Trentino.
In questa occasione la Direzione
dei Servizi tecnici ha realizzato una collana di tre volumi che illustrano - per la
prima volta - le 100 fontane nei viali e nel bosco, nei palazzi e monumenti, nelle
piazze e nei Giardini Vaticani.