2010-07-05 14:59:49

Benedetto XVI ai nuovi ambasciatori di Burundi, Sudan, Pakistan, Islanda ed Estonia: è importante affermare i legami che uniscono i Paesi, dedicando particolare attenzione alle nazioni più povere


CITTA' DEL VATICANO, 1 GIUGNO 2007
(a cura del VIS - Servizio di Informazione Vaticano)

Alle 11:00 di questa mattina, nella Sala del Concistoro, il Santo Padre Benedetto XVI ha ricevuto in Udienza, in occasione della presentazione delle Lettere Credenziali, i nuovi Ambasciatori di: Pakistan, Signor Ayesha Riyaz; Islanda, Signor Lárus Stefánsson; Estonia, Signor Jüri Seilenthal; Burundi, Signora Domitille Barancira e del Sudan, Signor Ahmed Hamid Elfaki Hamid.

DISCORSO DI SUA SANTITÀ BENEDETTO XVI AI NUOVI AMBASCIATORI PRESSO LA SANTA SEDE IN OCCASIONE DELLA PRESENTAZIONE COLLETTIVA DELLE LETTERE CREDENZIALI

(Per il discorso integrale rivolto singolarmente all'ambasciatore del Burundi vedi la versione originale pubblicata in francese)

Nel discorso comune rivolto ai cinque nuovi diplomatici il Papa ha affermato che: "Nel mondo attuale, è più che mai importante affermare i legami che uniscono i paesi, dedicando particolare attenzione alle nazioni più povere".

"Infatti non è possibile utilizzare impunemente le ricchezze dei paesi più poveri senza che questi ultimi facciano la loro parte nella crescita mondiale. È dovere delle Autorità di tutti i paesi lavorare insieme per una migliore ripartizione delle ricchezze e dei beni del pianeta. Una tale collaborazione avrà così ripercussioni sulla solidarietà, la pace e la vita fraterna nei paesi e fra i paesi".

Benedetto XVI ha auspicato "un impegno rinnovato di tutte le nazioni, specie quelle più ricche, perché tutti gli uomini prendano coscienza delle loro responsabilità al riguardo ed accettino di trasformare il loro modo di vita in vista di una più equa condivisione".

Riferendosi al ruolo delle religioni il Santo Padre ha sottolineato "il dovere di formare i propri membri in uno spirito di rapporti fraterni fra tutti gli abitanti di uno stesso paese, con una attenzione rispettosa verso tutti gli uomini. Nessuno deve essere oggetto di discriminazione o essere posto ai margini della società in ragione delle sue convinzioni e della sua pratica religiosa, elementi fondamentali della libertà della persona".

"Una religione autentica non può essere fonte di divisione o di violenza fra le persone e le comunità umane. Essa è al contrario alla base della coscienza che ogni persona è un fratello da proteggere e da aiutare a crescere".

Successivamente il Papa ha consegnato ad ogni singolo Ambasciatore un discorso relativo alla situazione del Paese rappresentato. Nel discorso al rappresentante del Pakistan, Benedetto XVI ha elogiato "l'impegno del Paese ad operare insieme con la comunità internazionale per una maggiore stabilità nella regione e per proteggere le vite innocenti dalla minaccia del terrorismo e della violenza".

"Una sana società democratica dipende dalla sua abilità di promuovere e proteggere la libertà religiosa - un diritto fondamentale inerente alla dignità della persona umana. Per cui" - scrive il Papa - "è essenziale salvaguardare da atti di violenza, i cittadini che appartengono a minoranze religiose".

Nel discorso all'Ambasciatore del Burundi, il Santo Padre chiede a Dio di sostenere tutti i cittadini "nell'impegno coraggioso e generoso che li anima per edificare insieme una società più fraterna e solidale, che sia anche più ampiamente un segno concreto ed un appello vigoroso alla consolidazione della pace e della stabilità nella regione dei Grandi Laghi".

Ricordando l'Arcivescovo Michael A. Courtney, Nunzio Apostolico in Burundi, assassinato nel 2003, il Papa ha esortato le Autorità del Paese a "non risparmiare gli sforzi per far luce su questo assassinio e perché i responsabili siano affidati alla giustizia".

Al diplomatico del Sudan, Benedetto XVI ha chiesto che si giunga ad una soluzione politica del conflitto nella regione del Darfur, che si trascina dal 2003, "nel rispetto delle minoranze culturali, etniche e religiose" ed ha sottolineato che la pace non si persegue "con le armi ma con la cultura del dialogo e con il negoziato".

Infine il Papa ha ribadito che: "Perché tutti gli uomini siano in grado di intrattenere rapporti fraterni e sinceri, e di edificare una società più giusta ed equa, il contributo di diverse tradizioni religiose presenti nel vostro paese, con la ricchezza del loro patrimonio di valori umani, morali e spirituali, riveste un'importanza incontestabile".







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