Benedetto XVI ai nuovi ambasciatori di Benin, Sudafrica, Burkina Faso, Namibia, Mongolia,
India, Nuova Zelanda e Norvegia: le ingiustizie fra le nazioni sono attentati alla
pace
CITTA' DEL VATICANO, 29 MAGGIO 2009 (a cura del VIS - Servizio di Informazione
Vaticano)
Questa mattina il Santo Padre ha ricevuto le Lettere Credenziali
di otto nuovi Ambasciatori presso la Santa Sede: Signor Danzannorov Boldbaatar (Mongolia);
Signora Chitra Narayanan (India); Signor Charles Borromée Todjinou (Benin); Signor
Robert Carey Moore-Jones (Nuova Zelanda); Signor George Johannes (Sud Africa); Signor
Beyon Luc Adolphe Tiao (Burkina Faso); Signor Neville Melvin Gertze (Namibia); Signor
Rolf Trolle Andersen (Norvegia). Il Santo Padre ha rivolto un discorso collettivo
e successivamente ha consegnato a ciascun Diplomatico un discorso specifico relativo
alla situazione del singolo Paese.
DISCORSO DI SUA SANTITÀ BENEDETTO XVI AI
NUOVI AMBASCIATORI PRESSO LA SANTA SEDE IN OCCASIONE DELLA PRESENTAZIONE COLLETTIVA
DELLE LETTERE CREDENZIALI
"Le mie preghiere e il mio pensiero vanno in particolare
alle comunità cattoliche presenti nei vostri Paesi" - ha assicurato il Papa ai nuovi
Ambasciatori - "Siate certi che esse desiderano collaborare fraternamente all'edificazione
nazionale apportando, al meglio delle proprie possibilità, il proprio contributo fondato
sul Vangelo".
"L'impegno al servizio della pace ed il rafforzamento di relazioni
fraterne fra nazioni è il nucleo della vostra missione di diplomatici. Oggi, nella
crisi sociale ed economica mondiale, è urgente prendere nuovamente coscienza che occorre
lottare, efficacemente, per stabilire una pace autentica in vista dell'edificazione
di un mondo più giusto e più prospero per tutti. Le ingiustizie spesso lampanti fra
le nazioni, e all'interno dei confini di un paese, come pure tutti i processi che
contribuiscono a suscitare divisioni fra i popoli o a emarginarli, sono pericolosi
attentati alla pace e creano seri rischi di conflitto".
"La pace" - ha sottolineato
il Pontefice - "non si può costruire che cercando con coraggio di eliminare le disparità
generate da sistemi ingiusti, al fine di assicurare a tutti un livello di vita che
consenta una esistenza degna e prospera. Tali disparità sono ancora più evidenti a
causa della crisi finanziaria ed economica attuale che si espande attraverso diverse
vie nei paesi di basso reddito". Benedetto XVI ha menzionato fra tali disparità "il
riflusso degli investimenti stranieri, la caduta della domanda di materie prime e
la tendenza a diminuire gli aiuti internazionali. A ciò si aggiunge la regressione
delle rimesse degli emigranti, vittime della recessione che affligge anche i paesi
che li accolgono".
"Questa crisi" - ha ammonito il Pontefice - "può trasformarsi
in catastrofe umana per gli abitanti di numerosi paesi fragili". La crisi economica
fra l'altro "provoca la disperazione, conduce certe persone alla ricerca angosciosa
di una soluzione per permettere loro di sopravvivere ogni giorno. Questa ricerca è
purtroppo accompagnata da atti di violenza, individuali o collettivi, che possono
portare a conflitti interni che rischiano di destabilizzare ancor più società già
indebolite".
"Per affrontare l'attuale situazione di crisi e trovarvi soluzione"
- ha rilevato Benedetto XVI - "alcuni paesi hanno deciso di non diminuire gli aiuti
ai paesi più minacciati, proponendosi anzi di aumentarli. Converrebbe che il loro
esempio sia seguito da altri paesi sviluppati al fine di permettere a quelli che ne
hanno bisogno, di sostenerne l'economia e di consolidare le misure sociali destinate
a proteggere le popolazioni più bisognose. Lancio un appello per un accresciuta fraternità
e solidarietà, ed una generosità globale realmente vissuta. Tale condivisione richiede
che i paesi sviluppati ritrovino il senso della misura e della sobrietà nell'economia
e nel modo di vivere".
"Non potete ignorare" - ha detto il Papa ai Diplomatici
- "che nuove forme di violenza si sono manifestate in questi ultimi anni, e che purtroppo
si appoggiano al Nome di Dio per giustificare atti pericolosi. (...) Tali eccessi
hanno talvolta portato a vedere nelle religioni una minaccia per le società. Le religioni
sono allora attaccate e screditate, e le si accusa di non essere fattori di pace.
I responsabili religiosi hanno il dovere di accompagnare i credenti e di illuminarli
affinché possano progredire nella santità e interpretare le parole divine nella verità".
"Conviene dunque favorire l'emergenza di un mondo dove le religioni e le società possano
aprirsi le une alle altre, e ciò grazie all'apertura che esse praticano nel proprio
ambito e fra di loro. Ciò significherebbe offrire una autentica testimonianza di vita.
Sarebbe creare uno spazio che renderebbe il dialogo positivo e necessario. Apportando
al mondo il proprio contributo, la Chiesa cattolica desidera testimoniare un visione
positivo del futuro dell'umanità".
Nel discorso che il Papa ha consegnato
al nuovo Ambasciatore dell'India, Benedetto XVI esprime "profonda preoccupazione per
i cristiani che hanno sofferto a causa di esplosioni di violenza in alcune aree entro
i confini del Paese. (....) Faccio appello a tutti affinché dimostrino rispetto per
la dignità umana rigettando l'odio e rinunciando alla violenza in tutte le sue forme".
Rivolgendosi al nuovo Ambasciatore del Sud Africa, il Papa, nel ricordare che il popolo
sudafricano ha dato prova di "grande coraggio morale e saggezza nell'affrontare le
ingiustizie del passato", ha auspicato che "nell'attuale lotta conto la povertà e
la corruzione, tale coraggio e saggezza prevalgano". In merito al flagello dell'Aids,
il Papa ha affermato che: "La Chiesa prende sul serio il suo compito nella campagna
contro la diffusione dell'Hiv/Aids, ribadendo la fedeltà nell'ambito del matrimonio
e astinenza al di fuori di essi. Allo stesso tempo la Chiesa offre assistenza a livello
pratico ai malati nel vostro continente e nel resto del mondo".