Polonia: ballottaggio presidenziale tra Komorowski e Kaczynski. Domani i risultati
Urne aperte stamattina per il ballottaggio presidenziale in Polonia. Sono più di 30
milioni gli elettori coinvolti in quella che si profila una lotta all’ultimo voto
fra i due candidati Komorowski e Kaczynski. Gli oltre 25 mila seggi chiuderanno alle
20, poi ci saranno i primi exit poll. Domani, la Commissione elettorale nazionale
renderà noti i risultati finali. Sentiamo Giuseppe D’Amato: Il grande interrogativo
è quanti polacchi andranno a votare in questa calda domenica di ferie estive. Il dato
sull’affluenza potrebbe risultare decisivo per l’esito del ballottaggio. Un basso
tasso potrebbe favorire il conservatore nazionalista, Jaroslaw Kaczynski. Ufficialmente,
sono circa 30 milioni gli aventi diritto. Al primo turno, due settimane fa, votò un
po’ più del 55 per cento, gran parte dei quali si recarono ai seggi poco prima della
chiusura serale alle 20. Il 58.enne liberale, Bronisław Komorowski, già
speaker della Camera bassa del parlamento, parte come candidato da battere: dal 41,5
per cento di preferenze e da un vantaggio di 4,5 punti sul suo avversario. I sondaggi
di opinione della vigilia gli assegnano dai 4 ai 7 punti in più, come già successe
due settimane fa. I successivi risultati ufficiali però mostrarono un sensibile scostamento
a favore del 61.enne Kaczynski. Anche oggi potrebbe succedere la stessa cosa. Ecco
perché la partita appare aperta. I liberali non si fidano, memori della beffa di cinque
anni fa, quando il fratello di Jaroslaw, Lech Kaczynski, morto nella tragedia di Smolensk,
il 10 aprile scorso, superò l’attuale premier, Donald Tusk, nelle ultime ore di campagna
elettorale. Ambedue i candidati in lizza hanno strizzato l’occhio agli elettori di
sinistra: al primo turno, il 13 per cento degli elettori ha votato socialdemocratico.
Se Komorowski vuole riforme più spedite, compresa quella delle pensioni, l’euroscettico
Kaczynski è per rallentarle. Gli ex presidenti, Kwaśniewski e Wałęsa, oltre
ad un nutrito gruppo di intellettuali, appoggiano pubblicamente Komorowski.
Prosegue
in Iraq la visita del vice presidente statunitense, Joe Biden, giunto ieri a sorpresa
a Baghdad, per sostenere gli sforzi dei leader locali in vista della difficile formazione
del nuovo esecutivo. Sul versante afghano oggi il generale Petraeus ha assunto ufficialmente
il comando delle forze internazionali. Sentiamo Eugenio Bonanata: L’amministrazione
Obama ha scelto una data simbolica, il 4 luglio, festa dell’indipendenza americana,
per sottolineare l’impegno sui due fronti "caldi" della politica estera di Washington.
“Siamo impegnati in questa impresa per vincere”, ha sottolineato il generale Petreaus
durante la cerimonia per il suo insediamento ufficiale a Kabul. Ammettendo che dopo
tanti anni il conflitto sta attraversando una fase critica, il generale ha già chiesto
in queste ore piena collaborazione alle autorità locali. Unità di fronte alla minaccia
terroristica ma anche responsabilità e trasparenza: queste, infatti, le parole chiave
utilizzate nel faccia a faccia di ieri con il presidente Karzai, dedicato soprattutto
ad un altro tema delicato che è la corruzione. Ma sono le azioni della guerriglia
a ricordare ogni giorno la difficoltà verso la piena indipendenza del Paese: oggi,
4 morti per un attentato nella zona di Hemland, mentre è imprecisato il bilancio dell’attacco
di ieri sera alla base di Kunar. La violenza, dunque. Una costante anche in Iraq,
dove stamattina una donna si è fatta saltare in aria provocando almeno quattro morti
a Ramadi. Nel Paese del Golfo, l’ormai prossimo disimpegno delle truppe internazionali
deve fare i conti anche con l’empasse politico. A distanza di 4 mesi dalle
elezioni, non è stato ancora formato il nuovo esecutivo di Bagdad. Il vice di Obama,
Joe Biden, si è detto però estremamente ottimista su questo fronte e ha elogiato la
discussione in atto tra tutti i partiti iracheni, considerata segno chiaro del processo
di transizione democratica. Biden nella sua missione porta dunque l’incoraggiamento
della Casa Bianca a proseguire su questa strada, incontrando oggi il presidente Talabani
e i due principali candidati alla carica di primo ministro: Allawi e al Maliki. Israele Via
libera del governo israeliano al rafforzamento dei poteri della commissione d’inchiesta
sul blitz contro la flottiglia filo palestinese, che lo scorso 31 maggio ha provocato
la morte di nove attivisti turchi. Il team potrà ascoltare i vertici politici, ma,
nonostante le nuove modifiche, non potrà interrogare alcun soldato, né proporre sanzioni
personali nei confronti di singoli esponenti politici o militari. L’inchiesta disposta
da Israele non risponde alle richieste della Turchia, che insiste per un'indagine
sotto l'egida dell'Onu, respinta come un'interferenza dallo Stato ebraico.
Iran
Nucleare Dopo le ultime sanzioni, l’Iran torna a manifestare disponibilità
a fermare l’arricchimento dell’uranio al 20 per cento, a patto di ricevere il combustibile
per il suo reattore di ricerca medica di Theran. L’annuncio è arrivato dal presidente
della commissione Esteri del parlamento. Intanto, la Repubblica islamica continua
a denunciare il rapimento di uno scienziato nucleare iraniano ad opera dei Servizi
segreti americani, in collaborazione con quelli sauditi. Teheran ha fatto sapere che
userà “tutte le sue capacità” per riportarlo in patria dopo la scomparsa segnalata
un anno fa in Arabia saudita.
Iran esecuzioni Nuove esecuzioni in
Iran. Si tratta di due narcotrafficanti impiccati oggi nel carcere di Zahedan, nel
sudest del Paese, perché riconosciuti colpevoli di una lunga serie di reati tra i
quali traffico di stupefacenti, sequestro di persona e rapina a mano armata. I due
sono stati accusati di essere “nemici di Dio”. Sale così ad almeno 82 il numero delle
sentenze capitali eseguite nel Paese dall’inizio dell’anno, secondo notizie di stampa.
Libano In
Libano, stamani è morto l’ayatollah Mohammad Hussein Fadlallah, 75 anni, considerato
l'ispiratore del partito sciita filo-iraniano Hezbollah e personalità molto influente
dell’islam sciita. Fu un sostenitore della rivoluzione islamica iraniana ed era noto
per le sue posizioni sociali moderate - specialmente sulle donne - e per le sue critiche
nei confronti della politica statunitense nell’area mediorientale.
Strage
- Repubblica Democratica del Congo Nella Repubblica Democratica del Congo,
è salito ad almeno 230 morti il bilancio delle vittime dell’esplosione di un camion
cisterna avvenuta giovedì sera nel villaggio di Sange. Resta fermo a 200 il numero
dei feriti, molti dei quali in gravi condizioni. In queste ore, si è chiarita la dinamica
dell’accaduto. L’automezzo, carico di benzina, si sarebbe rovesciato nel centro della
cittadina a causa dell’alta velocità. Immediatamente, decine di persone si sono avvicinate
per prelevare il carburante: poi probabilmente una scintilla ha provocato l’incendio
e quindi il successivo scoppio. Le fiamme, che si sono propagate per un centinaio
di metri, hanno colpito decine di case circostanti.
Usa - Azerbaijan Tappa
a Baku la capitale dell'Azerbaijan per il segretario di stato Hillary Clinton, che
prosegue il suo tour nelle Repubbliche ex sovietiche. Durante la visita, gli
Stati Uniti si sono detti pronti ad aiutare l’Azerbaijan e l’Armenia a concludere
un accordo di pace per mettere fine al loro conflitto nella regione separatista del
Nagorno Karabakh.
Economia-Bce Per uscire dalla crisi bisogna rafforzare
il patto di stabilità e il meccanismo delle sanzioni. Questo l’auspicio della Banca
centrale europea (Bce) espresso dal presidente, Jean-Claude Trichet, parlando con
i giornalisti durante un convegno. Il numero uno dell’Istituto di Francoforte ha detto
inoltre che “le riforme strutturali sono fondamentali per aumentare il potenziale
di crescita”, e che sono “un pilastro fondamentale” per la ripresa europea.
Francia
crisi Ottimismo del ministro dell’Economia francese, Lagarde, sul percorso
di uscita dalla congiuntura economica. Siamo nel mezzo dell’inizio della fine, ha
detto parlando della situazione francesa ed europea. Adesso – ha aggiunto – è necessario
capire come si possa proseguire l'azione cominciata con vigore. Per Lagarde, occorre
“far aumentare il capitale proprio delle banche” e monitorare “come questi fondi propri
sono strutturati''.
Pirati - Nigeria In Nigeria, le forze di sicurezza
stanno intensificando gli sforzi per liberare i 12 marinai rapiti dai pirati durante
l’assalto alla loro nave, avvenuto ieri al largo della regione petrolifera del Delta
del Niger. L’azione non è stata ancora rivendicata ma le autorità ritengono sia opera
di di ex ribelli, insoddisfatti del programma presidenziale di amnistia, riconciliazione
e reinserimento dei guerriglieri che rinunciano alla violenza. (Panoramica internazionale
a cura di Eugenio Bonanata) Bollettino del Radiogiornale della Radio
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