Nuovo attentato in Pakistan contro un santuario sufi. La solidarietà del mondo
cattolico
Il vescovo di Hyderabad, in Pakistan, ha espresso profonda “vicinanza e solidarietà”
ai musulmani sufi, oggetto nei giorni scorsi di un tremendo attentato da parte di
un kamikaze che si è fatto esplodere all’interno di un santuario sufi a Lahore, causando
42 morti e centinaia di feriti e gettando nel panico la popolazione locale. "I musulmani
sufi sono pacifici e aperti al dialogo, per questo danno fastidio agli estremisti
che li considerano eretici", spiega il vescovo alla Fides. "Come cristiani del Pakistan
- prosegue - continueremo a pregare e collaborare con i musulmani per la costruzione
di una società giusta, armoniosa e fraterna e contro ogni sorta di estremismo”. Anche
il cattolico Francis Mehboob Sada, direttore del Christian study center di Rawalpindi
- apprezzato Centro ecumenico di documentazione e studio, attivo nel campo del dialogo
interreligioso e che ha un ottimo rapporto con i musulmani sufi - ha voluto fornire
la sua analisi della situazione: “L’attentato è stato particolarmente crudele perché
mirava a colpire poveri innocenti e a scoraggiare i fedeli ad aderire al sufismo”,
ha detto. Non è la prima volta che i sufi sono vittima del terrorismo: già nel marzo
2009 un santuario a Peshawar è stato distrutto da una bomba. Il fenomeno del terrorismo,
infatti, in Pakistan raggiunge livelli allarmanti: al recente summit del G8 si è ribadito
che urge un aiuto esterno per combatterlo. (R.B.)