Indonesia, violenze anticristiane: uomo minacciato di morte da estremisti islamici
Non accennano a fermarsi le persecuzioni contro i cristiani in Indonesia: ieri, a
Bekasi, un cristiano è stato pubblicamente minacciato di morte da un gruppo di islamici
radicali, ma è solo l’ennesima azione di una violenta campagna anticristiana in atto
nell’area intorno alla capitale Giakarta. Uno striscione è stato appeso sulla moschea
principale della città, raffigurante un uomo con una corda al collo e la scritta “Quest’uomo
merita la pena di morte”. L’uomo in questione è Andreas Sanau, 29 anni, di fede cristiana,
accusato di voler organizzare un battesimo di massa. È solo l’ultimo, in ordine cronologico,
degli atti di violenza e intimidazione contro i cristiani, che il gruppo radicale
indonesiano Fronte islamico di difesa ha intrapreso nell’area intorno alla capitale
indonesiana. “Se rifiutano di smettere quello che stanno facendo siamo pronti a combattere”:
così annunciano gli estremisti, che stanno formando un gruppo paramilitare di 1500
volontari pronti ad addestrarsi. Alla fine del mese scorso, inoltre, si sono riuniti
per chiedere l’adozione della sharia nel Paese e lanciare un appello a tutte
le moschee affinché si adoperino per “contrastare la cristianizzazione” dilagante.
Si tratterebbe di un precedente pericoloso, avverte, però, il segretario generale
della maggiore organizzazione musulmana indonesiana, che accoglie 60 milioni di fedeli:
“L’islam è una benedizione per l’intero universo – ha ribadito – ed è un dovere per
tutti i musulmani rispettare i credenti di altre fedi”. Sulla questione è intervenuto
anche il neovescovo di Giakarta, Ignatius Suharyo, che ha dichiarato di riporre fiducia
nei giovani, “aperti al dialogo, pronti a mettersi in discussione e attenti ai valori”.
Dal Forum giovanile interreligioso dell’Indonesia, è giunto un appello al rispetto
dei cinque principi del Pancasila sui quali lo Stato, laico, si fonda: la fede nell’unico
Dio, la giustizia, l’unità del Paese, la democrazia e la giustizia sociale. Il ministro
per la Giustizia e i diritti umani, infine, ha rilevato che in Indonesia esistono
ben 92 ordinanze locali basate sulla sharia. Nell’ultimo anno, nell’area di
Bekasi si è registrato un notevole incremento di attacchi a chiese e scuole cristiane:
perfino una statua raffigurante tre donne è stata rimossa perché il numero “richiamava
la Trinità cristiana”. (A cura di Roberta Barbi)