2010-07-04 12:53:33

I vescovi del Madagascar denunciano la crisi morale ed esortano alla conversione


Un augurio al Paese, affinché risolva la grave crisi politica e sociale che sta attraversando nella dignità, che “richiede a tutti un impegno e una presa di responsabilità nella saggezza e nella verità”: così i vescovi del Madagascar si sono rivolti ai cittadini in occasione del 50.mo anniversario dell’indipendenza, festeggiato nei giorni scorsi. “Riconoscere i propri torti e abbandonare l’egoismo” in modo che possa regnare la giustizia: è questa l’esortazione alla conversione della Conferenza episcopale locale, riportata dall’Osservatore Romano: rimettere al centro le relazioni umane e i valori che conducono a realizzare il bene comune. Da oltre un anno, dalle dimissioni del presidente, Marc Ravalomanana, seguite a un colpo di Stato, l’isola è sprofondata nella crisi e nella lotta politica da cui non riesce a uscire. La Chiesa cattolica non ha alcuna ambizione e “nessun progetto politico” da suggerire alle autorità, tuttavia denuncia la deriva morale della società che ha perso di vista i valori fondamentali come quello della “Fihavanana”: supremo insegnamento della cultura malgascia che s’incentra proprio sulle relazioni sociali e il mutuo rispetto e soccorso, finalizzati al bene comune. Della crisi, affermano i presuli, risentono anche le comunità religiose, le cui “missioni non sono più visibili”. In Madagascar, su 20 milioni di abitanti, il 40 per cento sono cristiani, che vivono concentrati sul territorio dell’altopiano. (R.B.)







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