Pallone e speranza: a Johannesburg torneo di calcio a 5 tra operatori di Msf e malati
di Hiv
In concomitanza con i Mondiali di calcio in Sudafrica, si svolge oggi a Johannesburg
il mini-torneo di calcio a cinque che riunisce pazienti affetti da Hiv/Aids e operatori
umanitari di Medici senza frontiere (Msf), impegnati nei progetti di lotta al virus
in Sudafrica, Mozambico, Swaziland e Zimbabwe. Le sei squadre miste, per un totale
di 30 partecipanti, si affrontano sul campo con un obiettivo comune: ricordare al
mondo che la lotta all’Hiv/Aids non è finita, chiedendo “ai donatori internazionali
insolventi di rispettare gli impegni presi”. Ce ne parla Giorgio Contessi,
di Medici senza frontiere, intervistato da Giada Aquilino: R. – Il torneo
di oggi ha due obiettivi: da una parte, è un appello che Medici senza frontiere fa
ai donatori internazionali per finanziare la lotta all’Aids, in Sudafrica in particolare
e nel mondo in generale. Dall’altra parte, è un simbolo perché agli incontri partecipano
pazienti, malati di Aids, per dimostrare che i farmaci e le cure antiretrovirali funzionano
ed è possibile vivere. Ce lo hanno riferito i nostri medici, i nostri infermieri:
uno dei pazienti che curiamo ha detto che vuole dimostrare al mondo che essere sieropositivo
consente comunque di fare di tutto, anche di giocare una partita di calcio.
D.
- In questo momento in cui gli occhi di tutto il mondo sono puntati sui Mondiali di
calcio, Medici senza frontiere pone l’attenzione sugli oltre 5 milioni di sudafricani
sieropositivi e sul milione di persone che nel Paese non ha accesso alle cure antiretrovirali…
R.
- Questi, naturalmente, sono i primi numeri che fanno impressione. Tuttavia sono ben
peggiori: la nostra attenzione non va soltanto al Sudafrica, ma a tutto il contesto
sub-sahariano. Il Sudafrica è l’epicentro della diffusione dell’Aids, ma in Paesi
come Lesotho, Malawi, Mozambico, Sudafrica, Swaziland e Zimbabwe tocchiamo una cifra
di 10 milioni di persone con Hiv. Nel mondo, in generale, sono circa 33 milioni le
persone malate di Aids e due terzi di questi 33 milioni sono proprio nell’Africa subsahariana.
E’ proprio per questi Paesi in particolare che servono i finanziamenti.
D.
- Per dove passa il futuro della lotta all’Aids?
R. - Medici senza frontiere
la vede tutti i giorni e anzitutto sul campo, con la distribuzione di farmaci antiretrovirali.
Tuttavia, le decisioni politiche hanno conseguenze proprio sulla vita quotidiana di
queste persone. In carenza di finanziamenti, abbiamo registrato negli ultimi mesi
che anche il numero dei nuovi pazienti che hanno iniziato le cure antiretrovirali
è diminuito di ben sei volte in Paesi come Sudafrica, Uganda e Repubblica Democratica
del Congo. L’assenza di finanziamenti fa sì che non siano acquistati nuovi farmaci
e questo comporta quindi l’esaurimento delle scorte e la sospensione della distribuzione
dei medicinali, facendo sì che questa gente non possa vivere con serenità la propria
malattia.