2010-07-02 14:45:34

Il dicastero per la Pastorale dei Migranti ai giovani europei del Secis: fede e scienza entrambe utili alla ricerca della Verità


I linguaggi della fede e della scienza rappresentano, per gli studenti di tutto il mondo, una sfida all’interno della società di mercato. Non è solo il tema dell’annuale incontro del Servizio delle Chiese europee per gli studenti internazionali (Secis), ma anche il cuore della missione pastorale della Chiesa all’interno delle università. Così scrive il Pontificio Consiglio per la Pastorale dei Migranti e gli Itineranti nella lettera inviata in occasione della riunione del Secis che si svolgerà dall’8 al 10 luglio a Namur, in Belgio. Il servizio di Roberta Barbi:RealAudioMP3

È un periodo molto interessante per lo sviluppo dell’educazione universitaria – scrivono il presidente e il segretario del Pontificio Consiglio per la Pastorale dei Migranti e degli Itineranti, gli arcivescovi Antonio Maria Vegliò e Agostino Marchetto – in cui lo sviluppo dei finanziamenti e del sistema delle borse di studio anche nei Paesi poveri ha accresciuto la mobilità degli studenti in Europa e fuori: se oggi se ne contano 3 milioni, si stima che nel 2025 saranno oltre 7. La proposta pastorale offerta agli studenti stranieri in Europa apre la questione del rapporto tra fede e ragione e della formazione dei giovani adulti. Il rapporto tra fede e ragione, ricordano i presuli, è stato al centro dell’Enciclica di Giovanni Paolo II Fides et ratio, nella quale il Pontefice spiegava che si poteva arrivare alla Verità solo coniugandole: l’assenza di una delle due diminuisce, infatti, la capacità umana di conoscere se stessi, il mondo e anche Dio. La ragione umana, scriveva il Papa, cerca la Verità, ma la Verità ultima sul significato della vita non può essere raggiunta con la sola ragione: la ricerca della conoscenza, la ricerca del senso della vita, è essenzialmente la ricerca di Dio ed è ispirata dallo Spirito Santo.

 
Anche Benedetto XVI ha sottolineato l’importanza dell’educazione dei giovani e degli scambi scientifici e culturali tra le università: nell’enciclica Caritas in Veritate richiama l’urgente necessità di formare una nuova visione umanistica, intesa come dialogo fruttuoso tra la fede e la ragione, che non può che rendere il lavoro della Carità più efficace all’interno della società. Infatti, è solo attraverso il dialogo tra i linguaggi della scienza e della fede che si può arrivare alla Verità. Il pericolo per l’educazione è, dunque, di essere ridotta a mero funzionalismo, piuttosto che essere ricerca della verità. “Il dialogo fra fede e ragione, religione e scienza, offre non solo la possibilità di mostrare all’uomo di oggi, in modo più efficace e convincente, la ragionevolezza della fede in Dio – scrive Benedetto XVI – ma altresì di mostrare che in Gesù Cristo risiede il compimento definitivo di ogni autentica aspirazione umana. In questo senso, un serio sforzo evangelizzatore non può ignorare gli interrogativi che sorgono anche dalle odierne scoperte scientifiche e istanze filosofiche”.







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