Usa: i vescovi contro l'emendamento che autorizza gli ospedali militari a praticare
aborti
I vescovi degli Stati Uniti sono fermamente contrari all’emendamento del Senato alla
legge di Bilancio della Difesa del 2011 (la “National Defence Authorization Act”)
che autorizza gli ospedali militari sul territorio nazionale e all’estero a praticare
aborti. L’emendamento eliminerebbe un divieto introdotto da una legge del 1988. In
una lettera ai membri del Senato il cardinale Daniel DiNardo arcivescovo di Galveston-Houston
e presidente della Commissione per le attività pro-vita della Conferenza episcopale
parla di una misura “sbagliata”, chiedendone l’eliminazione in quanto in contrasto
con le politiche federali e militari sinora seguite sul ruolo dello Stato nella promozione
della pratica dell’aborto. Il porporato respinge inoltre l’argomento secondo cui si
tratterebbe di un testo “moderato”, in quanto stabilisce che i costi dell’interruzione
della gravidanza sono interamente a carico della richiedente e non dello Stato. “Questo
emendamento – rileva in conclusione il cardinale DiNardo - pone il Congresso davanti
a un quesito molto chiaro: se sia compito del nostro governo federale promuovere e
facilitare aborti. Durante il recente dibattito sulla riforma sanitaria – ricorda
la lettera - il Presidente e i leader del Congresso avevano assicurato di non considerarlo
tale”. Sulla stessa linea la posizione espressa in una precedente missiva dall’ordinario
militare degli Stati Uniti mons. Timothy P. Broglio. Secondo il presule, pretendere
che gli ospedali militari pratichino aborti significa caricare un “grave peso” sulle
spalle delle persone che nelle forze armate difendono il valore della vita umana.
“Gli Stati Uniti sono una delle poche nazioni al mondo che si fondano su alcuni principi
evidenti: vita, libertà e perseguimento della felicità – si legge nella lettera. Costringere
quegli stessi uomini e donne impegnati a difendere tali principi ad agire contro le
loro coscienze viola i fondamenti di questa Repubblica”, afferma mons. Di Broglio
che ricorda come l’impegno profuso negli ospedali militari per salvare vite umane
nelle condizioni più estreme “si estende anche al più piccolo degli esseri umani”.
(L.Z.)